“Le istituzioni ci hanno abbandonato, ma io voglio
andare avanti, anche se qui nelle Marche la burocrazia sta facendo più danni
del sisma". Lo dice all’ANSA Alba Alessandri, allevatrice di
Serravalle in Chienti, entrando come ogni giorno nella sua stalla,
rischiando che le cada addosso perché non ha alternative, non glie le hanno
date. Alba aveva un bell’allevamento di galline ovaiole, ma le ha dovute dare
via perché per le galline non sono previste tensostrutture provvisorie. Ha
anche i bovini e per le mucche la stalla è prevista ma non si sa quando verrà
consegnata. Per ora si va avanti così, rischiando la vita ogni giorno, dentro
strutture pericolanti.
Sono passati oltre sei mesi dalla prima scossa, quattro
da quella che ha massacrato la zona sibillinica. Quello a cui assistiamo è l’abbandono,
lo sfascio, la disorganizzazione. Il sospetto che ci sia una volontà dietro
questo pressapochismo si fa sempre più forte, una volontà di affossare un
territorio, di desertificarlo, di costringere la gente ad abbandonare paesi e
attività commerciali. La burocrazia, questa macchina infernale, è necessaria
per il funzionamento della pubblica amministrazione. Ma la politica non è
capace di semplificare, di derogare a norme farraginose che bloccano ogni
iniziativa, che tengono tutto fermo allo scorso agosto. E non sappiamo, davvero
non capiamo, se sia incapacità o una volontà precisa.
Luca Craia
Nessun commento:
Posta un commento