Non capisco
il motivo per cui abbiano chiuso la trasmissione di Paola Perego. Anzi, per
essere precisi, non capisco il motivo per cui l’abbiano chiusa ora. Ha offeso
le donne dell’est, e con esse il genere femminile in assoluto, vero, ma non mi
pare un buon motivo. Capiamoci bene: Paola Perego insulta da una vita non
soltanto il genere femminile ma l’intelligenza dell’essere umano, quella dell’homo
televisivus che sorbisce le ignobili trasmissioni come la sua. Quindi perché ora?
Perché non prima? Perché non subito dopo il primo programma che la bella
conduttrice ha condotto?
È che
stavolta si sono messi in mezzo quelli della potentissima lobby dei cazzeggiatori
da social network, quelli che guardano la televisione il sabato pomeriggio e
trovano la forza di indignarsi, una volta tanto, per come viene triturata la
nostra mente dall’infernale apparecchio e dagli orridi lestofanti che ne
governano i palinsesti. Stavolta i cazzeggiatori hanno ottenuto una vittoria, o
forse stavolta si sono accorti di quanto sia squallida la televisione in
Italia. Curioso, perché di trasmissioni come quella della Perego è pieno l’etere,
in particolar modo nei tristi pomeriggi di tedio casalingo, dove le povere
donne dell’ovest, tra la tavola da stiro e i fornelli, si sorbiscono tonnellate
di idiozie che, si badi bene, nascondono abili condizionamenti mentali.
Non se ne
erano accorti prima, i cazzeggiatori, e forse nemmeno ora. Ora hanno solo
trovato la valvola di sfogo. Il meccanismo è semplice e complesso nello stesso
tempo, è una combinazione fortuita di fortuiti eventi, con uno che si indigna,
l’altro che gli fa eco, molti frustrati da tastiera che finalmente trovano un
valido sfogo alle loro rabbie compresse da una settimana di stress e il gioco è
fatto: la povera Paola Perego, principessa dalla televisione idiota del
ventunesimo secolo, non regina in un mondo di bellissime squallide principesse
della stupidità elettromagnetica, paga per tutti. Paga per le varie
mariedefilippe, millicarlucce e alfonsisignorini.
Paola Perego
merita compassione, perché lei è vittima più che carnefice. È il capro
espiatorio col quale la televisione dei cretini si autoassolve. Abbiamo
soppresso la trasmissione cattiva, noi siamo i buoni e possiamo continuare a
stordirvi il cervello con i nostri bei programmi pieni di luoghi comuni,
ovvietà, stupidità che nascondono bene il condizionamento mentale pronto all’uso
in caso di elezioni. Paoletta, hai tutta la mia solidarietà.
Luca
Craia
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