Costano care
le casette per i terremotati, circa 80.000 Euro l’una, una cifra che appare
piuttosto alta per unità prefabbricate con metrature piuttosto ridotte. Forse
allora è giusta l’idea, che si sta mettendo in campo in questi giorni, di
acquisire il patrimonio immobiliare invenduto. Infatti pare costi meno un appartamento
che una casetta prefabbricata. Un mistero che prima o poi qualcuno svelerà. L’Erap
intanto ha fatto il bando per comprare immobili agibili e antisismici che sono
sul mercato e darli ai terremotati. Ci sarà un bando, per cui chi è interessato
drizzi le antenne.
Intanto il
responsabile della Protezione Civile marchigiana, David Piccinini, ci informa che
sono state ordinate 836 unità abitative prefabbricate, ma che il fabbisogno complessivo
supera le 2000 unità. E non si capisce perché, quindi, ne siano state ordinate
solo meno della metà. Altro mistero da spiegare.
Ad Arquata,
comunque, precisamente a Pescara del Tronto, entro una decina di giorni
arriveranno ventisei casette. Alla buon’ora. Dalle altre parti delle Marche,
invece, ci sarà da aspettare parecchio. Si punta alla consegna entro l’autunno
per la zona montana mentre per le altre aree si cercherà (bada bene, cercherà,
non c’è certezza) di installare le SAE prima dell’inverno. Sono tempi biblici
ma se ne parla con una leggerezza disarmante. Intanto la gente viene sbattuta
di qua e di là.
Quello che è
evidente è l’assenza di una visione di insieme, di un programma preciso, di una
calendarizzazione dell’azione. Ancora si sta sul vago, non si sa quante casette
servono di preciso, non si sa quante ordinarne, non si sa quando le si potrà
installare. La prima scossa è avvenuta ormai oltre sei mesi fa e da allora si è
fatto quasi niente. E i responsabili ci informano di questi tempi come se fosse
qualcosa di cui essere contenti. E si inaugurano i primi moduli SAE consegnati
in pompa magna come se sia qualcosa di cui vantarsi.
Luca
Craia
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