Sembra si
stia organizzando una nuova manifestazione per sottolineare il disagio in cui
vivono sfollati e terremotati e sollecitare qualcosa che somigli a un
intervento dopo mesi di immobilismo e fiumi di parole sterili. L’esasperazione
è palpabile, unita a una giustificatissima sfiducia nei confronti delle
istituzioni. Del resto non si ricorda una tale inefficienza nella storia
recente e, forse, nemmeno il quella passata, tanto da suffragare le tesi di una
volontà specifica di desertificare le zone colpite dal sisma.
Ma una nuova
manifestazione intesa come sit in o assemblea pubblica, coi soliti cartelli e i
soliti slogan, rischia di essere ignorata, sia dai destinatari che dall’informazione.
Del resto la stampa nazionale sta dimenticando in fretta la questione
terremoto, non fa più notizia, non interessa. Le notizie stanno sparendo e
nemmeno le pecore al pascolo il piazza Montecitorio sono state ritenute degne
di uno spazio dignitoso sulle pagine dei quotidiani nazionali. Quanto potrà
interessare un manipolo di disperati che sfilano coi cartelli in mano per l’ennesima
volta?
Occorrono
azioni più eclatanti. Occorre che la protesta crei un disagio, altrimenti
rimane sterile. Per essere ascoltati, purtroppo, bisogna rappresentare un
problema e una manifestazione davanti ai palazzi del potere non rappresenta un
problema. Non sta a me suggerire azioni idonee allo scopo, ma credo che sia
indispensabile pensare qualcosa di più incisivo della solita parata.
Luca
Craia
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