domenica 19 marzo 2017

Terremoto, nuova manifestazione. Se non è eclatante non serve a niente.



Sembra si stia organizzando una nuova manifestazione per sottolineare il disagio in cui vivono sfollati e terremotati e sollecitare qualcosa che somigli a un intervento dopo mesi di immobilismo e fiumi di parole sterili. L’esasperazione è palpabile, unita a una giustificatissima sfiducia nei confronti delle istituzioni. Del resto non si ricorda una tale inefficienza nella storia recente e, forse, nemmeno il quella passata, tanto da suffragare le tesi di una volontà specifica di desertificare le zone colpite dal sisma.
Ma una nuova manifestazione intesa come sit in o assemblea pubblica, coi soliti cartelli e i soliti slogan, rischia di essere ignorata, sia dai destinatari che dall’informazione. Del resto la stampa nazionale sta dimenticando in fretta la questione terremoto, non fa più notizia, non interessa. Le notizie stanno sparendo e nemmeno le pecore al pascolo il piazza Montecitorio sono state ritenute degne di uno spazio dignitoso sulle pagine dei quotidiani nazionali. Quanto potrà interessare un manipolo di disperati che sfilano coi cartelli in mano per l’ennesima volta?
Occorrono azioni più eclatanti. Occorre che la protesta crei un disagio, altrimenti rimane sterile. Per essere ascoltati, purtroppo, bisogna rappresentare un problema e una manifestazione davanti ai palazzi del potere non rappresenta un problema. Non sta a me suggerire azioni idonee allo scopo, ma credo che sia indispensabile pensare qualcosa di più incisivo della solita parata.
                                      
Luca Craia

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