“Gentilissimi,
come sapete le Marche stanno vivendo, a seguito del sisma di agosto e ottobre,
un periodo di sofferenza per le ferite portate alle famiglie, alle case, alle
nostre montagne e all’immenso patrimonio culturale della nostra regione.
Crediamo tuttavia che il modo migliore per aiutare le Marche sia visitarle e
cogliere le occasioni che gli eventi in corso in questo periodo, come le grandi
mostre di Osimo, Loreto, Senigallia, Ancona e Urbino e i mercatini natalizi dei
borghi storici e città d’arte della provincia di Pesaro-Urbino sanno offrire.
Vi alleghiamo pertanto il calendario degli eventi di Natale e vi invitiamo a
diffonderlo. Siamo a disposizione per invio di immagini e di altre
informazioni sul patrimonio culturale colpito e le iniziative di solidarietà
che sono in corso. A tal proposito vi invitiamo a vedere la nuova pagina Facebook della Regione Marche ‘Salviamo i tesori delle Marche’ che documenta le
operazioni di salvataggio del patrimonio diffuso tra i Monti Sibillini”.
Questo è
il testo, pubblicato dalla Gazzetta di Ascoli, che l’Ufficio Turismo della
Regione Marche avrebbe inviato agli operatori turistici nazionali all’indomani
dell’ultimo grave sisma di ottobre, quando gran parte della zona montana delle
province di Ascoli, Fermo, Macerata e Ancona venne quasi annientata. Mentre l’assessore
al Turismo, Moreno Pieroni, si diceva disperato per la situazione del turismo
regionale e non sapeva come salvaguardare questo importante comparto economico,
l’ufficio che fa capo al suo assessorato inviava questo documento che,
sostanzialmente, invitava gli operatori a mandare i turisti al nord delle
Marche.
Cosa c’è
di male? Tutto. La Regione Marche sapeva benissimo che le province di Macerata,
Fermo e Ascoli Piceno erano perfettamente in grado di accogliere i turisti,
sapeva benissimo che le zone colpite sono circoscritte e che la ricettività,
seppur compromessa, è comunque garantita da un gran numero di strutture
perfettamente agibili, così come le attrattive turistiche delle principali
città d’arte sono completamente fruibili. Quindi perché indirizzare in maniera
così forte il flusso turistico verso il nord delle Marche, danneggiando
oltremodo le zone colpite dal terremoto?
La
politica attuata dalla Regione Marche si è sempre caratterizzata da una forte predilezione
per il settentrione, con una lunga serie di iniziative che vogliono potenziare le
Marche “pulite” a danno di quelle “sporche”. Basti pensare allo scellerato
intento di creare un’unica Camera di Commercio regionale ad Ancona, cosa che
penalizzerebbe enormemente l’economia meridionale. Ma il comportamento relativo
al terremoto è allucinante, con una politica che sta creando danni enormi alle
città colpite direttamente nonché a tutto il territorio limitrofo.
La
giunta regionale è fortemente caratterizzata da personalità politiche del nord,
a partire dal Presidente Ceriscioli. Eppure vi sono rappresentanze importanti
delle Marche meridionali e c’è da chiedersi dove siano questi politici quando
vengono prese certe decisioni o quando altre non vengono prese affatto
lasciando nell’immobilismo totale la politica della ricostruzione. Questo è un
episodio gravissimo, per il quale, in un Paese civile, cadrebbero teste e
governi. In Italia passerà tutto alla carlona, come sempre.
Luca
Craia
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