Cosa accadrebbe se oggi un gestore telefonico venisse a
Montegranaro per installare una nuova antenna di telefonia mobile? A distanza
di oltre un anno dal caso dell’antenna Vodafone che, ricorderete, era stata
installata alla chetichella nel quartiere San Liborio, tra le case, con il
placet silenzioso del Comune e, se oggi si verificasse un caso analogo, ci
troveremmo esattamente come un anno fa, senza strumenti per intervenire se non
il buon senso. È stato il buon senso a indurre la Vodafone a smontare l’apparecchiatura
e a rinunciare, ma non si può far conto sempre e solo su quello.
L’anno scorso l’antenna fu installata perché non esisteva una
normativa che lo potesse impedire. In particolare mancava il cosiddetto Piano
Locazione Antenne, la legge comunale che regolamenta la presenza di tali
apparecchiature potenzialmente nocive. Proprio per l’assenza di qualsiasi
appiglio legale il Comune di Montegranaro si arrese subito senza nemmeno
combattere, dando carta bianca al colosso telefonico. Solo dopo una
mobilitazione popolare partita proprio da queste pagine (mi prendo il merito,
visto che Perugini si vanta a sproposito), e dopo la forte presa di posizione
delle opposizioni unite in un solo intento, anche il Comune fu costretto a
intervenire, anche grazie a una mozione presentata in Consiglio Comunale dalle
opposizioni e a una petizione firmata da oltre mille cittadini.
In pochi mesi la Vodafone decise di rinunciare. E proprio Perugini
promise di mettere mano quanto prima al piano-antenne. Un piano che, in realtà,
era già stato programmato o, quantomeno, avrebbe dovuto esserlo in quanto il Movimento
5 Stelle, già a fine 2014, presentò una mozione per sollecitarne l’adozione,
mozione che giunse in Consiglio e fu approvata nell’aprile del 2015. Quindi due
anni fa. È passato un anno dall’inizio
della vicenda dell’antenna di San Liborio e due dall’approvazione della mozione
e, finalmente, il Piano Locazione Antenne è arrivato in bilancio. Quindi lo
avremo presto? No.
Non lo avremo presto, come ha ribadito lo stesso Perugini nel
corso dell’ultima seduta del Consiglio Comunale. Occorre prima redigere il
bando, espletarlo, per poi partire con i lavori. Per rendere efficace un piano
antenne, per metterlo al riparo dalle recriminazioni popolari che
immancabilmente susciterà, sarà necessario lavorare con la massima
partecipazione della cittadinanza, incontrando la gente, capendo i loro
problemi e facendo capire cosa la presenza di un apparato di quel tipo possa
comportare. Insomma, dove piazzare eventuali nuove antenne va deciso insieme ai
cittadini, almeno se si vuole la famosa partecipazione di cui tanto si parla e
quasi mai si applica. Una volta incastrate tutte le tessere del puzzle su può
redigere il piano.
Occorre tempo, quindi. Ma alla fine del mandato di questa
maggioranza manca poco, giusto un paio d’anni. Si riuscirà a giungere all’approvazione
del Piano-Antenne entro la scadenza della consiliatura? È auspicabile ma non
scontato. E sarebbe un problema, perché un’eventuale nuova maggioranza potrebbe
non condividere quanto deciso dall’attuale e rifare tutto da capo.
COnsieguenza: altro tempo perso, soldi sprecati (sono 18.000 Euro quelli
impegnati in bilancio per redigere il piano) e il rischio concreto che,
arrivasse una nuova Vodafone a piazzare un’antenna, non ci sarebbero strumenti
per contrastarla. Con buona pace delle medaglie autoassegnatesi da Perugini.
Luca
Craia
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