È una buona iniziativa quella del
CORECOM Marche e della RAI regionale che propongono spazi televisivi allo scopo
di dare voce alle comunità colpite dal sisma per rilanciare se stesse e il
proprio territorio. Secondo Cesare Carnaroli, ex sindaco di Fanio e attuale presidente del Comitato
Regionale per le Comunicazioni, è importate “rilanciare l'utilizzo pubblico
dello spazio destinato ai programmi dell'accesso, dando la possibilità di
intervenire ai Comuni del cratere, alla Protezione civile, alle associazioni”,
idea che contrasta con i fatti fin qui registrati che, invece, vanno nella
direzione della desertificazione delle aree colpite dal terremoto. La
realizzazione di una “TV di comunità” che promuova il territorio è un passo
importante per riportare alla vita queste zone così danneggiate anche da un
punto di visto sociale ed economico. Per attuare il progetto occorrerà stilare
un protocollo tra CORECOM e RAI Marche ma, visto che la stessa prassi è stata
sperimentata con successo in Umbria, è ragionevole pensare che si possa
giungere alla sua attuazione in tempi brevi.
Il problema rimane, però, la ricostruzione che non
parte. È impensabile promuovere un territorio che ancora mostra le ferite
aperte del sisma, dove ancora non sono state rimosse le macerie e dove alcune
arterie principali, vedi la Valnerina, sono ancora interdette al traffico. È anche
i soprattutto impensabile ricostruire comunità senza i cittadini e, finchè non
si provvederà a riportare a casa gli sfollati, cosa che non pare attuabile
prima della fine della prossima estate, ogni altro buon proposito rimarrà soltanto
tale. E qui Carnaroli dovrebbe scambiare due parole col suo collega di partito,
Luca Ceriscioli.
Luca
Craia
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