La segnalazione mi arriva da alcuni residenti nella zona
Palazzetto dello Sport, a Montegranaro. È una questione di poco conto, almeno
così sembrerebbe, sulle quali ci sarebbe poco da scrivere. Ma ci scrivo perché è
utile per un ragionamento più ampio che vorrei condividere con voi. Ecco il
caso: nel giardinetto tra la scuola media e il palazzetto fa bella mostra di sé,
all’ingresso, il cartello che vieta di introdurre cani all’interno del recinto.
È un divieto che va di moda, lo hanno messo anche in viale Gramsci, anche se su
un solo ingresso, come se per gli altri ingressi i cani potessero passare. Ma,
nonostante il cartello, la gente entra tranquillamente col cane. Il problema
non sarebbe quello. Il problema è che le bestiole vengono lasciate fare i loro
bisogni tranquillamente e nessuno li raccoglie, rendendo il luogo sporco,
degradato, imbruttito. E questo avviene in ogni spazio verde cittadino.
Sono proprietario di un cane e sono fortemente contrario ai
divieti per i cani non perché coinvolto direttamente ma perché, come questo
caso dimostra, non risolvono il problema. Il problema, come sempre, è educativo
e la gente, purtroppo, è maleducata. Non è con un divieto che si può educare la
gente, specie se nessuno lo farà mai rispettare. La gente va educata con l’insegnamento,
l’esempio e le sanzioni. Quindi i cartelli non servono a nulla, fanno soltanto
sentire discriminati i cittadini che invece rispettano le regole e il prossimo.
Serve fermezza per educare. Serve vigilare e punire chi contravviene non a un
cartello ma alle regole del vivere civile. Un cartello disatteso diventa
antieducativo. Un divieto che non viene fatto rispettare diventa antieducativo.
Non servono i cartelli, serve vigilanza e fermezza. In un mondo di gente
educata e rispettosa i cartelli sono inutili. Nel nostro sono dannosi, quando
sono fini a se stessi.
Luca
Craia
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