Evidentemente non ha bisogno dei
fondi europei per lo sviluppo regionale, la regione Marche che, del denaro
disponibile per la programmazione 2014-2020, spende soltanto il 3.1%. Verrebbe
da pensare così ma, girandosi intorno, pare proprio il contrario. La nostra
regione, a parte il terremoto che ha ovviamente aggravato la situazione, sta
vivendo una fase di crisi profonda in ogni settore, prima di tutto in quello
manifatturiero, ma nemmeno altri comparti come commercio e turismo se la
passano bene. I dati sull’occupazione sono tutt’altro che confortanti e non
sembra ci siano grossi incrementi nell’apertura di nuove aziende, eccezione
fatta, forse, per le finte attività che mascherano lavori parasubordinati
retribuiti (male) con partita IVA. Ciononostante iniziative per distribuire
questi fondi non se ne registrano. Faccio l’esempio del Comune di Montegranaro,
dove risiedo, che aprì, preda di un entusiasmo irrefrenabile, un cosiddetto “Sportello
Europa” proprio per informare cittadini e imprenditori di queste opportunità e
sostenerli nell’iter per la richiesta di fondi. Da due anni lo sportello non dà
segno di sé. Insomma, l’Europa ci sarebbe anche, ma non la sfruttiamo.
Luca
Craia
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