Si torna a parlare di Proloco, a Montegranaro. Una parola che evoca scenari
passati apocalittici e, ciononostante, ancora ha la sua attrattiva sulla
politica. Lo si fa perché nell’intento di Beverati di predisporre un progetto
sul centro storico, si fa riferimento anche a organismi attuatori di piani per
il rilancio turistico, tra i quali pare di intravedere il miraggio della
Proloco.
Sono sempre stato un sostenitore della Proloco, ci ho scritto fiumi di
parole per sostenerne la costituzione in passato, e quando finalmente nacque la
prima Proloco montegranarese realmente libera da guinzagli politici la sostenni
finchè questa, il guinzaglio, se lo fece mettere dai soliti intrallazzatori
della politica collaterale. Oggi, però, l’esigenza di una Proloco è tramontata.
Le associazioni si sono organizzate, esiste una struttura che non si chiama
Proloco ma di fatto ne assume i compiti e gode del sostegno della stragrande
maggioranza delle associazioni culturali, sociali e sportive. Cercare di creare
una nuova Proloco, oggi, significherebbe dare vita a un clone senz’anima e
senza scopo.
Eppure pare che la volontà ci sia, ci sono voci di contatti tra l’assessorato
alla cultura e alcuni esponenti di spicco dell’associazionismo, si vocifera di
gran rifiuti e disponibilità date con una certa leggerezza, forze nella smania
di trovare un varco di visibilità. Fatto sta che l’operazione, sempre ammesso
che parta, molto probabilmente sarà l’ennesimo naufragio dell’ennesimo
tentativo di mettere le mani sull’associazionismo montegranarese che già, in
passato, ha chiaramente dato segno di non gradire. Ma, a quanto pare, la
lezione data dalla fine indegna dell’ultima Proloco e del fallimento della
consulta delle associazioni sembra non sia stata recepita.
Ci si riprova, quindi, con un approccio forse più prudente. Ma l’esito sarà
probabilmente lo stesso: figuraccia per l’amministrazione comunale e un’altra
personalità, quella del potenziale presidente, bruciata. Non credo affatto che
il mondo delle associazioni possa accettare alcuna imposizione, men che meno
una Proloco nata su indicazioni politiche e dalla politica manovrata. Non
sarebbe accettata, non sarebbe riconosciuta, nascerebbe morta. Meglio sarebbe
cercare di riallacciare i rapporti con il mondo dell’associazionismo,
sfilacciati e deteriorati da troppi comportamenti censurabili e cattiverie
gratuite. Ma, vista anche la scenata di Beverati di ieri sera in Consiglio
Comunale, in cui si è messo addirittura a fare l’elenco delle associazioni che
beneficiano della magnanimità del Comune, la vedo dura.
Luca
Craia
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