Capita ogni anno e ogni anno è per me
divertente assistere al “ritiro spirituale” di Endrio Ubaldi per la festa del
25 Aprile. È il momento dell’anno in cui il Vicesindaco di Montegranaro prova
il massimo imbarazzo e, per non manifestarlo, lo manifesta apertamente coi suoi
silenzi, con la sua assenza, col suo scomparire per un paio di giorni dalla
scena, lui che, solitamente, la scena la vorrebbe solo per sé.
Ubaldi ha una storia di destra,
molto di destra. L’ex Sindaco Gismondi, pochi giorni fa su queste pagine, ne
ricordava i pellegrinaggi sulla tomba di Mussolini a Predappio, con tanto di
saluto romano. È contornato di gente che mastica amaro ogni santo 25 aprile, il
suo elettorato è composto in larga parte di gente che la Liberazione la vede
come una iattura. Ma il nostro, negli anni, ha fatto un percorso politico che l’ha
portato a trovarsi seduto sugli scranni di governo insieme agli ex comunisti, a
gente che, invece, almeno a parole, il 25 Aprile lo celebra. E quando arriva
questa data, Ubaldi dà la netta impressione di voler scomparire.
Quest’anno il Comune di Montegranaro
celebra l’anniversario della Liberazione con la proiezione di un film, che si terrà
nella mattinata presso la Sala del Consiglio di Palazzo Francescani, per poi proseguire
con le celebrazioni in strada, con la Banda a suonare l’Inno di Mameli. Sono
celebrazioni adeguate che danno il giusto valore al giorno di festa. Ma Ubaldi,
solitamente molto presente su Facebook e assiduo “condivisore” dei post del
Comune, in questo caso fa l’indiano da giorni, facendo finta che la locandina
che promuove l’evento non esista. Lo capisco, per carità, deve essere davvero
imbarazzante per un uomo di destra trovarsi in mezzo a tutti questi
filo-partigiani. Ma la scelta è sua ed è abbastanza risibile questo suo
atteggiamento di nascondersi, di far finta che la cosa non succeda. Sembra lo
struzzo con la testa sottoterra, in attesa che finalmente giunga il 26.
Luca
Craia
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