Chi ha scritto “VIA LE PECORE DAL MARE” su quel muro a San
Benedetto merita tutto il disprezzo del mondo. È un cretino, un demente, un
minorato mentale. È anche cattivo, e la cattiveria, unita alla stupidità, crea
una miscela esplosiva, pericolosissima. Qual è il pericolo in questa storia
ignobile? È quello che sta accadendo in questo momento, con la gente colpita
dal terremoto, quelli che, secondo questo essere con il pancotto al posto del
cervello sarebbero “pecore”. La gente è indignata, arrabbiata, giustamente
offesa. E commette l’errore più classico: generalizza.
Vorrei, con il distacco dovuto, rimarcare che un imbecille non può
in alcun modo qualificare tutta la gente di San Benedetto e, in generale, della
zona costiera delle Marche “sporche”. Questa gente ha accolto gli sfollati, si
è adoperata per aiutare, per creare le migliori condizioni per l’integrazione.
La gente della costa è stata generosa, ha organizzato raccolte di materiali,
eventi per trovare fondi. La gente della costa non merita il disprezzo che
questa ignobile scritta genera.
È la solita guerra tra poveri, quella che piace tanto ai potenti.
Divide et impera, dicevano, nella loro antica saggezza imperiale, i Romani. Quella
scritta divide, spacca, rompe degli equilibri di solidarietà costruiti con
fatica e amore. Fa molto comodo ai potenti, perché convoglia la rabbia lontano
da loro. Facciamocela, una domanda: a chi fa comodo quella scritta?
Facciamocene un’altra: siamo sicuri che sia stato un imbecille con la
bomboletta a scrivere quelle parole ignobili? O magari qualcuno che le ha ben
studiate?
Luca
Craia
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