“Non spostatevi
dalle vostre strutture alberghiere!”. È l’appello che sta girando tra i
terremotati ospitati nelle strutture della costa marchigiana. I comitati degli
sfollati hanno inviato una diffida alla Regione Marche e alle Prefetture
interessate alla questione per evitare il nuovo trasferimento degli sfollati
per lasciar posto ai turisti. Se la diffida sortirà l’effetto desiderato come
si spera (e sembra ci siano buone speranze), chi è rimasto nella struttura
originale potrà restare ma chi si sarà spostato, verso nuove strutture o in
autonoma sistemazione, difficilmente ritroverà il proprio posto. È per questo
che viene diramato l’appello.
Nel frattempo l’operazione di trasferimento incontra
difficoltà nella protesta dei terremotati, documentata nel video che vedetre sotto, girato da
Ludvina Cinti e diffuso su Facebook con numerosissime visualizzazioni. È un
trattamento disumano, quello riservato agli sfollati. Dopo mesi trascorsi come
ospiti in una struttura, dove si sono create o consolidate relazioni sociali
fondamentali per la salvaguardia del valore “comunità” che non deve
assolutamente essere perso in relazione al ritorno alla normalità, ora il
trasferimento diventa traumatico e va a sfaldare questi legami.
Non è
ammissibile che si sposti la gente come merce o come animali, è un
comportamento disumano. È anche sintomo di pessima organizzazione in quanto
questo testimonia l’errore di programmazione. Se oggi si fosse lavorato
correttamente e efficacemente, la gente tornerebbe nei propri paesi, magari
nelle SAE, e non dovrebbe essere sballottata in giro per le marche. È evidente
che si è fallito o si è voluto fallire. In ogni caso tutto ciò è inaccettabile.
Al danno nei confronti dei terremotati si aggiunge
quello alle strutture ospitanti che, in questo modo, rischiano di vedere
annullata la stagione turistica con una ricaduta negativa che potrebbe
protrarsi per anni. L’economia marchigiana, che molto poggia sul turismo, non
può permettersi una simile situazione a serve davvero a poco quanto sta facendo
e spendendo l’Assessorato Regionale al Turismo per promuovere un comparto che,
contemporaneamente, viene massacrato con situazioni generate dagli stessi amministratori.
Un enorme pastrocchio in cui, a fare le spese, sono
uomini e donne che già hanno sofferto e soffrono a causa del terremoto. Ora la
politica e la sua disumanità vanno ad aggravare pesantemente la situazione e,
nel contempo, disintegra un comparto economico fondamentale per la nostra
regione.
Luca
Craia
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