È comparso da qualche giorno,
sulla pagina Facebook “Torniamo a Ussita”,
un post che lancia un forte grido di allarme circa le procedure fast a
Castelsantangelo Sul Nera, il piccolo comune dell’Alto Nera epicentro dell’ultimo
evento sismico. L’ordinanza fast è la procedura propedeutica e imprescindibile
per procedere alla messa in sicurezza e alla ristrutturazione degli immobili
privati. Senza questa ordinanza non è possibile far partire qualsiasi tipo di
intervento sugli edifici.
A quanto pare e, comunque,
secondo quanto esposto sulla pagina, a Castelsantangelo le ordinanze fast non
vengono emesse. La motivazione addotta è che, prima di emetterle, si deve
attendere il termine delle procedure di microzonazione sismica, di esame delle
aree a rischio idrogeologico e della perimetrazione. Sono procedure molto
lunghe che richiedono tempi estremamente dilatati. Il problema diventa serio,
quindi, perché in questo modo non si può provvedere a mettere in salvo edifici
che potrebbero non superare le avversità dell’inverno mentre, se si interviene
subito, si possono recuperare.
Seguire questa logica
equivale a bloccare totalmente la ricostruzione che potrebbe slittare nel tempo
di anni, persino decenni. Qual è la
volontà politica che determina questa scelta che, a quanto ci risulta, viene
seguita solo in questo Comune tra quelli più colpiti? Possiamo formulare delle
ipotesi, forse ci sono calcoli politici, forse c’è la consapevolezza che il
protrarsi dell’emergenza aumenta la possibilità di ottenere vantaggi politici
ed elettorali, o forse è l’estremizzazione della pignoleria. Ma sono solo
ipotesi. Quello che è certo è che il piccolo comune dell’Alto Nera, in questo
modo, è condannato ad avere una ricostruzione lunghissima o a non averne
affatto. Nell’ipotesi di accorpamento dei tra comuni della zona, questa
possibilità è tutt’altro che irrealizzabile.
Luca Craia
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