Sembra che gli autori dell’aggressione
alla giovane mamma di Civitanova Marche avvenuta ieri siano stati identificati.
Per quanto sia politicamente scorretto dirlo, c’era da aspettarselo: si tratta
di un nucleo di una decina di persone, tutti Rom, due dei quali senza permesso
di soggiorno. Uno, però, è in possesso di un decreto di espulsione, tanto per
dire quanto questo strumento sia efficace.
Ricordiamo brevemente il
fatto: la donna è stata accerchiata da un gruppo di bambini i quali hanno
cercato di strapparle la borsa. La donna, evidentemente una persona coraggiosa,
ha reagito convincendo i piccoli assalitori a desistere. Il fatto, però, è
gravissimo perché avvenuto in pieno centro, nell’area dell’ex ente fiera, e ai
danni di una mamma col proprio figlio di pochi mesi al seguito. Pericoli che,
dalle nostre parti, soli pochi anni fa nemmeno ci sognavamo.
Ovviamente i piccoli Rom
erano stati mandati ad eseguire il crimine da adulti ed è a questa conclusione
che sono giunti la Polizia Municipale, subito intervenuta, e i Carabinieri,
identificando gli autori. Ed è qui che possiamo ragionare sulle nostre
politiche di accoglienza e integrazione: a parte la questione dell’uomo già
espulso eppure ancora in giro a far danni con tranquillità, nel gruppo ci
sarebbe anche una donna, anch’essa senza permesso di soggiorno.
La donna, quindi, non
potrebbe stare in Italia eppure ci sta e delinque. Qual è il rimedio, secondo
la legge? L’espulsione. Solo che questa persona non può essere espulsa, fermo
restando che, come vediamo bene, i decreti di espulsione sono carta straccia, perché
incinta. Passasse la legge sullo ius soli, il nascituro sarebbe cittadino
italiano. Crescerebbe allevato da una donna che manda i bambini a scippare le
persone, ma sarebbe cittadino italiano.Vorrei capire la logica.
Luca Craia
Nessun commento:
Posta un commento