giovedì 9 novembre 2017

Donna aggredita dai Rom a Civitanova. Una considerazione pratica sullo ius soli.




Sembra che gli autori dell’aggressione alla giovane mamma di Civitanova Marche avvenuta ieri siano stati identificati. Per quanto sia politicamente scorretto dirlo, c’era da aspettarselo: si tratta di un nucleo di una decina di persone, tutti Rom, due dei quali senza permesso di soggiorno. Uno, però, è in possesso di un decreto di espulsione, tanto per dire quanto questo strumento sia efficace.
Ricordiamo brevemente il fatto: la donna è stata accerchiata da un gruppo di bambini i quali hanno cercato di strapparle la borsa. La donna, evidentemente una persona coraggiosa, ha reagito convincendo i piccoli assalitori a desistere. Il fatto, però, è gravissimo perché avvenuto in pieno centro, nell’area dell’ex ente fiera, e ai danni di una mamma col proprio figlio di pochi mesi al seguito. Pericoli che, dalle nostre parti, soli pochi anni fa nemmeno ci sognavamo.
Ovviamente i piccoli Rom erano stati mandati ad eseguire il crimine da adulti ed è a questa conclusione che sono giunti la Polizia Municipale, subito intervenuta, e i Carabinieri, identificando gli autori. Ed è qui che possiamo ragionare sulle nostre politiche di accoglienza e integrazione: a parte la questione dell’uomo già espulso eppure ancora in giro a far danni con tranquillità, nel gruppo ci sarebbe anche una donna, anch’essa senza permesso di soggiorno.
La donna, quindi, non potrebbe stare in Italia eppure ci sta e delinque. Qual è il rimedio, secondo la legge? L’espulsione. Solo che questa persona non può essere espulsa, fermo restando che, come vediamo bene, i decreti di espulsione sono carta straccia, perché incinta. Passasse la legge sullo ius soli, il nascituro sarebbe cittadino italiano. Crescerebbe allevato da una donna che manda i bambini a scippare le persone, ma sarebbe cittadino italiano.Vorrei capire la logica.

Luca Craia

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