L’arresto dell’ex artigiano
di Porto Sant’Elpidio che teneva tranquillamente in casa 24 chili di cocaina,
se non sorprende, ci dovrebbe almeno far riflettere, perché indica come lo spaccio
ma, soprattutto, l’uso degli stupefacenti sia estremamente diffuso e captato a
livello mentale come sostanzialmente normale Intendiamoci: la droga, in questa
zona, c’è sempre stata, fin dai tempi degli eroinomani col cervello bruciato
che tutti ricordiamo in ogni paesino, compresi quelli che ci hanno lasciato la
pelle. Ma quegli eroinomani erano degli alienati, esclusi dalla società,
indicati come esempio da non seguire. Noi giovani di quegli anni guardavamo
questi coetanei con pena e paura, pena per loro e paura di diventare come loro,
una paura che ha tenuto lontano dalle droghe la stragrande maggioranza dei
giovani di un tempo.
Oggi è diverso. Oggi assumere
sostanze non ti riduce allo stato larvale come allora. Oggi passi una notte
brava a base di alcool e pasticche, il giorno dopo lo passi in coma e il giorno
dopo ancora torni alla tua vita quotidiana come niente fosse. L’uso di droghe
tra i giovani è talmente diffuso e capillare da essere percepito come cosa
normale. E questa percezione è estremamente pericolosa.
D’altro canto oggi procurarsi
delle sostanze sembra essere molto facile e pare che anche i costi siano molto
più bassi rispetto al passato. È evidente, quindi, che esista una politica
commerciale vera e propria dietro un mercato che dovrebbe essere il più occulto
possibile ma che occulto non è. Ovviamente dietro c’è la grande criminalità, ma
si avvale di una rete di distribuzione fatta di balordi, delinquenti
improvvisati, piccoli criminali e persone insospettabili. Una rete che sembra
essere fitta e radicalizzata nella società che, tutto sommato, la tollera
facendo finta di non vedere.
L’esempio di Montegranaro è
lampante: tutti sappiamo che il nostro paesino è una delle centrali dello
spaccio. Il centro storico è una specie di supermercato della droga e vengono
da fuori per rifornirsi come le casalinghe vanno al Cuore Adriatico per
approfittare delle offerte del volantino. Lo sanno le forze dell’ordine, che
spesso intervengono ma con scarsi mezzi legislativi a disposizione, e lo sanno
i cittadini che vedono ma non vedono, ne parlano ma non ne sanno niente.
E lo dovrebbero sapere i
responsabili politici delle nostre città che devono assolutamente e
urgentemente cominciare a porsi il problema. Perché il problema è morale e,
quindi, politico. Bisogna capire come intervenire a livello culturale, prima
che legislativo e repressivo, per sconfiggere la cultura dello sballo. E l’iniziativa
deve partire dai leader, che sono poi i nostri politici. Ma, al momento, non si
registra altro che qualche uscita autoconservatrice e assolutrice,
trincerandosi dietro telecamere e iniziative spot che portano a nulla. Ma se
non ci svegliamo avremo enormi danni sulle giovani generazioni, danni che
pagheremo molto cari.
Luca Craia
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