Succedere al disastroso
Errani non era cosa facile, eppure, per un istante, forse ho creduto che Paola
De Micheli potesse dare quel colpo di volano necessario per mettere in moto una
situazione colpevolmente immobile, bloccata tra gli inceppamenti programmati
della burocrazia e una politica che sempre di più sembra avere disegni ben
diversi da quelli di cui la Nazione Italia ha realmente bisogno.
Doveva scegliere, la De
Micheli, tra la ragion di Stato, che in questo momento vorrebbe perpetrare lo
spopolamento della zona montana del Centro Italia iniziato col terremoto, la
ragione di partito, quel Pd che le consegna il pane quotidiano conferendole
incarichi a pacchi, tutti remunerati, e che ora ha la necessità di coprire al
meglio le magagne affinchè l’opinione pubblica non si accorga di quanto poco si
stia facendo a danno della Gente italiana. Oppure poteva scegliere di cambiare
rotta.
Poteva farlo, faceva in
tempo, certamente non sanando il danno conseguito nel primo anno di post
terremoto, ma comunque invertendo la direzione e cominciando finalmente a fare
e a fare per e con i terremotati. Purtroppo la scelta è ricaduta sulle prime
due opzioni, che poi sono un’unica scelta, mettendo ancora dietro ad altri interessi
quelli reali della popolazione.
Ha scelto, la De Micheli, e l’ha
comunicato in maniera inconfutabile, prima dalla Leopolda, dichiarando
smaccatamente e scientemente il falso, e poi con la pubblicazione e la
reiterazione delle scelte circa le destinazioni dei fondi provenienti dagli SMS
solidali. Non c’è soluzione di continuità tra Errani e la sua sostituta, non c’è
alcuna differenza di vedute, di progetti, di idee. C’è solo un’affinata arte di
intorpidire le coscienze, sedare in dissenso e fare circolare l’informazione più
opportuna per il potere, informazione che non coincide con la realtà ma la
sostituisce nelle menti e nella percezione dell’opinione pubblica.
E, per quanto voci isolate
come la mia, piccole voci ormai roche e senza forza, cerchino ancora di gridare
“non è vero”, a prevalere sono ancora i sorrisi indotti, le bandierine sventolate
dai bambini, le inaugurazioni compulsive e le manovre dal basso delle consuete
passionarie e dei consueti affabulatori di regime.
Luca Craia
Nessun commento:
Posta un commento