Era stato annunciato a mezzo
stampa già dalla scorsa estate e, ad agosto, il tutor, il sistema di controllo
della velocità media, installato sul tratto basso della Provinciale 219, meglio
nota come Mezzina, è stato sostituito da un rilevatore della velocità
istantanea, un autovelox. La strada in questione attraversa una delle zone
industriali di Montegranaro ed è quindi percorsa quotidianamente da molti dipendenti
delle fabbriche lì ubicate.
Gran parte di queste persone,
non percorrendo l’intero tratto interessato dal tutor, fino ad agosto non
facevano troppo caso alla velocità portata dalle loro vetture. Infatti il tutor
rileva, come dicavamo, la velocità media e, quindi, occorre attraversare
entrambi i punti di rilevamento perché un’eventuale infrazione venga rilevata. L’autovelox,
invece, individua l’infrazione nel momento stesso in cui si passa davanti all’apparecchio.
Il risultato è stato che molti, non informati della presenza della nuova
apparecchiatura sono stati multati.
Fin qui tutto normale: i
limiti di velocità vanno rispettati e chi non lo fa viene sanzionato, è giusto
che sia così. Quello che non è normale è il fatto che, passando su quella
strada anche più volte nell’arco di una giornata, molti si sono visti arrivare
una quantità enorme di contravvenzioni. Ci sono casi in cui la stessa vettura è
stata multata sessanta o ottanta volte. Questo, evidentemente, non è normale.
La perplessità più importante
manifestata dai multati è questa: posto che chi ha infranto il codice (cosa
comunque da dimostrare visto che il dubbio circa la corretta taratura dello
strumento di rilevamento esiste e dovrà essere fugato) non era evidentemente
informato della presenza dell’autovelox, se le prime multe, elevate a fine
agosto, fossero arrivate tempestivamente, con esse sarebbe arrivata anche la
corretta informazione, evitando agli automobilisti di incorrere più volte nella
stessa infrazione. Invece le multe sono iniziate ad arrivare dopo circa
sessanta giorni dalla prima infrazione e la cosa è sia strana quanto
fondamentalmente ingiusta, per quanto nella piena legalità.
Tra i multati ci sono le
aziende che risiedono nella zona industriale, ma anche molti dipendenti che
sono chiamati a pagare cifre molto pesanti per chi vive di solo stipendio. La
sottrazione dei punti, poi, rischia di impossibilitare le persone addirittura a
recarsi al lavoro o a svolgerlo, e questo sarebbe un danno enorme per le
persone e le famiglie che vivono di quegli stipendi. La multa è un deterrente e
una forma educativa nei confronti dell’automobilista, ma un conto è punire e un
conto è vessare. Decine di multe per la stessa infrazione, evidentemente commessa
nella non conoscenza della violazione che si commette, sono una punizione
decisamente esagerata per un comportamento certamente illecito ma che non
merita una repressione così pesante.
Per ragionare su come difendersi
i multati si sono dati appuntamento per lunedì 20 novembre alle ore 21,15 presso
lo stabilimento Corvari. È un incontro che serve per capire bene la situazione
e studiare, insieme a un team legale, come potersi eventualmente tutelare. All’incontro
sono invitati tutti coloro che hanno ricevuto almeno una di queste
contravvenzioni, nella speranza che, nel frattempo, la Provincia di Fermo
magari si metta una mano sulla coscienza.
Luca
Craia
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