Già nella scorsa estate si
era parlato, con toni anche piuttosto accesi, del rischio legato alla
potenziale presenza di amianto tra le macerie del terremoto. Subito sono giunte
rassicurazioni circa le procedure di smaltimento che, se seguite alla lettera,
dovrebbero scongiurare ogni pericolo di inalazione di particelle del
pericolosissimo materiale da parte della popolazione e le polemiche sembrano
essersi placate. Lungi da me, quindi, l’idea di rinfocolarle.
Ma permane in me una forte
preoccupazione perché, se accettiamo in fede le rassicurazioni giunte da Ancona
e dalle ditte che smaltiscono i materiali, e di fede, in Italia ce ne vuole, rimangono
le perplessità sulle macerie rimaste il loco. Queste sono lì da oltre un anno,
non le ha toccate nessuno, non mi risulta siano state trattate, e potrebbero
contenere particelle di amianto, anche tanto. E questo amianto potrebbe essere
sbriciolato, mescolato ad altri detriti, potrebbe essere sollevato dal vento e
portato in giro. E questo da oltre un anno.
Non voglio creare allarmismi,
per carità, ma mi piacerebbe che qualcuno spiegasse a me e alla gente che vive
in prossimità di questi cospicui cumuli di macerie se non c’è pericolo e perché.
E se invece il pericolo c’è abbiamo un’ulteriore ragione, come se non
bastassero le altre, per intervenire celermente nella rimozione delle macerie.
Luca Craia
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