La nastroforbicomania, detta
anche sindrome da inaugurazione compulsiva, che ha colpito i nostri amministratori
regionali, contagiando anche qualche sindaco immunodeficiente, sta mettendo in
crisi molte sicurezze nei comuni cittadini che, in quanto tali, nastri non ne
possono tagliare. La principale sicurezza a tremare è quella nei confronti
delle Istituzioni che dovrebbero quantomeno garantire la sicurezza delle
persone. Di fronte al ping pong di informazioni diametralmente opposte che
arrivano da Regione, Ente Parco e Comune di Montefortino, si rimane sbalorditi
e interdetti.
Il 2 dicembre prossimo riaprirà,
almeno nelle intenzioni del Presidente Ceriscioli, uno dei casi della sindrome più
gravi riscontrati, il sentiero della gola dell’Infernaccio. Era stato chiuso
dopo il terremoto dello scorso anno per evidenti motivi di sicurezza e vi si
sono svolti dei lavori per ripristinarla. Ora i lavori sembrano essere
terminati e Ceriscioli, con le sue forbicione di platino tutte tempestate di
pietre preziose, non vede l’ora di tagliare questo nuovo prezioso nastro.
Ma l’Ente del Parco del Monti
Sibillini gli fa un’inaspettata quanto rabbrividente doccia fredda. L’Ente in
sostanza dice: fate un po’ come vi pare, ma le ordinanze rimangono in vigore
perché il sentiero sicuro non è, proprio per niente. Al massimo inaugurate i
lavori, ma il sentiero ha da rimanere chiuso almeno fino alla prossima primavera.
Risponde tosto il Sindaco di Montefortino, sul cui territorio insiste il
sentiero, che ribadisce la volontà di aprire il percorso immantinente intimando
all’Ente Parco di farsi gli affari suoi.
In tutto questo il comune
cittadino, che già preparava gli scarponi per salire fino all’eremo del
compianto padre Pietro, li ripone, li riprende e rimane con uno scarpone in
mano e l’altro sullo scaffale in attesa di capirci qualcosa. Il sentiero dell’Infernaccio
è sicuro o no? Ci si può avventurare o no? Secondo Ciaffaroni, il Sindaco, ci
si può andare con prudenza, sapendo che la montagna può sempre cascarti in
testa, fa parte del gioco. Secondo l’Ente Parco no. Intanto Ceriscioli a
tagliare il nastro ci viene.
Una considerazione da uomo
della strada: quanto ci vuole a parlare prima tra istituzioni e poi divulgare
le informazioni? Quanto ci vuole a farsi fare una perizia tecnica attendibile e
prendere una decisione ponderata? Se esiste anche una piccola percentuale di
rischio per l’incolumità delle persone, bisogna essere chiari e dirlo, non
rimpallarsi le responsabilità finchè non capita il fattaccio, dopo di che il
responsabile non c’è mai.
Luca Craia
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