Non vi cascano le braccia nel
sentire che il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, arriva
a Visso e scopre che è tutto fermo a un anno fa? Non vi viene lo sconforto nel
constatare che il Capo dello Stato non aveva la minima idea di come stanno le
cose nelle zone terremotate? Non vi prende un moto di rabbia nel rendervi conto
che chi detiene le cariche più alte dello Stato italiano sia talmente
disinteressato a quanto avviene nel Paese da rendersi conto dell’estrema
gravità di una situazione come questa soltanto quando giunge sul posto?
Io non so se Mattarella fosse
o non fosse davvero disinformato sulla questione della ricostruzione, fatto sta
che ha dichiarato di non saperlo, e questo è grave. È di una gravità inaudita perché
una cosa così importante viene ritenuta non degna di attenzione per così tanto
tempo, sia che egli non si sia informato o che sia stato informato male. Come
la mettiamo, siamo di fronte a uno Stato latitante che addirittura dichiara di
essere all’oscuro dei problemi.
È chiaro che il Presidente
della Repubblica non abbia poteri riguardo al terremoto. Non può legiferare,
non può emettere ordinanze, non può intraprendere alcuna azione esecutiva. Ma
può far pesare la propria figura istituzionale, può muoversi politicamente, può
intervenire a livello morale. Perché Mattarella, in oltre un anno, non lo ha
fatto? Dove è stato? Come si informa?
Le parole di Mattarella, “ma
qui siamo fermi al 30 ottobre”, spiegano inequivocabilmente quanto lo Stato e
le Istituzioni siano distanti dal Paese, quanto vivano in un mondo tutto loro.
Questo spiega tante cose ma fornisce davvero poche speranze per il futuro.
Luca Craia
(foto dal web - Il Resto del Carlino)
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