La sentenza emessa ieri dal
Tribunale di Fermo contro l’autore dell’omicidio stradale, la cui vittima era
la giovane montegranarese Gessica Sgariglia, riaccende i fari ancora una volta
sulla pericolosità dell’incrocio tra la Mezzina e l’Elpidiense e di tutta la
Mezzina in genere, argomento tra l’altro molto vivo e acceso in questi giorni a
causa della raffica di multe contestate per mezzo del nuovo autovelox che
sostituisce il vecchio sistema tutor.
Non voglio entrare nel merito
della sentenza, che comunque reputo molto generosa nei confronti del
condannato, ma vorrei soffermarmi sulla pericolosità della strada, pericolosità
che sembra preoccupare il Presidente della Provincia di Fermo, titolare della
stessa, tanto da sostituire, come dicevamo, il tutor con l’autovelox motivando
la scelta proprio con la sicurezza. Una motivazione, però, che non convince, perché
gli incidenti continuano a capitare con una frequenza spaventosa e la strada
rimane pericolosissima, con o senza autovelox.
È singolare, inoltre, che l’interessamento
della Provincia si concentri nel tratto pianeggiante che va dall’incrocio per
Monte Urano a quello per Sant’Elpidio a Mare, mentre la parte della strada più
scoscesa, anch’essa teatro di incidenti gravissimi e frequenti, è totalmente
priva di qualsiasi controllo.
La Mezzina è una strada
infida: lunghi rettilinei, carreggiata piuttosto larga, invoglia l’automobilista
a spingere sull’acceleratore. I tratti in discesa, poi, portano le vetture a
viaggiare a velocità elevate per la stessa pendenza. Il pericolo, però, non è
solo nella condotta dei conducenti ma anche nella strada stessa, che presenta
un fondo sdrucciolevole nonostante sia stato rifatto recentemente, con notevoli
avvallamenti, buche e sconnessioni che possono provocare, e spesso lo fanno, la
perdita del controllo del veicolo.
È evidente che sia
prioritario limitare la velocità, ma come? I sistemi coercitivi, come il tutor
o l’autovelox, funzionano relativamente poco, come i fatti dimostrano fuori da
ogni dubbio. Non è possibile installare dei rallentatori su una strada di
questo tipo. L’unica cosa possibile e forse efficace sarebbe la creazione di
rotatorie presso i numerosi incroci che intersecano la strada.
Le rotatorie
rallentano il traffico ed evitano che, in corrispondenza delle stesse, si verifichino
incidenti gravi come quello purtroppo accorso a Gessica. La costruzione di rotatorie
in corrispondenza di ogni singolo incrocio, anche i secondari, potrebbe essere
un ottimo sistema per evitare che gli automobilisti più indisciplinati abbiano
spazio per portare i veicoli a velocità troppo elevate. Ovviamente i sistemi
coercitivi vanno mantenuti.
Se i rappresentanti della
Provincia di Fermo sono davvero così preoccupati della sicurezza di questa
strada, come è giusto che sia, allora cerchino i fondi necessari per renderla
più sicura, curandone la manutenzione e installando le rotatorie. Sicuramente
tutto questo ha un costo ma il valore delle vite che si potrebbero salvare è
infinitamente più alto.
Luca Craia
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