Perché una casetta in legno,
che poi non è neanche legno ma una sorta di compensato marino, debba costare
1500 Euro al metro quadro quando e se va bene è un bel mistero. Ce lo siamo
chiesto tutti, credo, facendo l’automatico paragone tra quello che costa sul
mercato, e quindi non come costo di realizzazione, una normale abitazione, “duratura”
e non provvisoria, e quello che costa allo Stato produrre le tanto famose e,
verrebbe da dire, fantomatiche SAE. Ebbene, una casetta provvisoria, fatta
anche male, visti i riscontri delle prime strutture consegnate, costa più di un
appartamento in muratura costruito, si spera, per durare negli anni e non pochi
mesi come, anche qui si spera, dovrebbero le SAE.
Al Laboratorio Aperto sulla
ricostruzione, voluto e realizzato nel Comune di Bolognola, sono venuti fuori
dati molto interessanti. Innanzitutto vanno rimarcate le parole del Vicesindaco,
Paola Cardarelli, che afferma che “le SAE non sono adatte al territorio comunale.
Serve una struttura resistente e sicura”. Il convincimento del vicesindaco di
Bolognola è piuttosto condiviso e riscontrabile, come dicevamo, nelle prime
casette consegnate dallo Stato, dove già iniziano a manifestarsi problemi anche
seri. Da qui la proposta dell’”autoedificazione”, ossia di lasciare che il territorio
provveda da sé per poi rimborsare.
Quello che è emerso dai
lavori di Bolognola, che in una settimana di laboratorio, ha messo sul tavolo
analisi e proposte realizzabili e concrete per una ricostruzione rapida e
efficace, è fantastico: se la gente potesse realizzare da sé la propria casetta
provvisoria, ovviamente seguendo un protocollo preciso, il costo di realizzazione,
tutto compreso, si aggirerebbe sui 900 Euro al metro quadro. Un sacco di soldi
risparmiati per lo Stato, una rapidità di intervento che, oggi, ce la sogniamo
e, soprattutto, strutture efficienti sotto ogni punto di vista. Sarebbe la soluzione
logica, ma stiamo in Italia.
Luca Craia
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