Non sono mancate le accuse verso
la maggioranza che governa Montegranaro, ieri sera in Consiglio Comunale,
accuse più che motivate anche se partite da angolazioni diverse, sul tema del
gasdotto che dovrà attraversare il paese. La storia è nota e ne abbiamo già
parlato ripetutamente: Montegranaro, come altre cittadine del circondario, vedrà
passare sul proprio suolo una linea di condutture che trasporta gas metano ad
alta pressione. Per realizzarla sarà necessario espropriare dei terreni e
questo ha provocato preoccupazione nei proprietari degli stessi che, in alcuni
casi, hanno la propria dimora a pochi metri dalla linea del gasdotto che, al
contrario di come ha cercato di farci credere l’assessore Perugini, può esplodere
eccome, come già è successo a Pineto, in Abruzzo, pochi anni fa.
Così i fondisti interessati
si sono riuniti d’urgenza, visto che nessuno si è preso la briga di informarli
per tempo, e hanno scritto una lettera che ieri sera è stata consegnata nelle
mani del Segretario Comunale. Nel testo c’era una serie di richieste volte a
garantire, se non la sicurezza assoluta, almeno il massimo della stessa a chi
vive o possiede immobili nelle aree interessate. Il testo è stato parzialmente
modificato ma è rimasto invariato nella sostanza, e quindi è stato assimilato
quale emendamento al provvedimento di approvazione del progetto.
Il progetto, infatti, è stato
approvato con il solo voto negativo del Movimento 5 Stelle che ha motivato la
propria posizione non soltanto con il comportamento scorretto della maggioranza
che ha tenuto nascosto il progetto fino a pochi giorni dalla scadenza dei
termini per la sua approvazione, ma anche e soprattutto con un ragionamento macropolitico
condivisibile che vede nell’investimento in infrastrutture dedicate allo
sfruttamento degli idrocarburi e dei combustibili fossili una contraddizione con
le ventilate ma mai applicate politiche di incentivazione delle energie
rinnovabili. C’è anche il risvolto geopolitico legato alla provenienza di
questo gas, l’Azerbaijan, dittatura temibile la quale trae certamente vantaggio
politico ed economico dalla diffusione dei propri prodotti energetici.
È qui che Giacomo Beverati
deve aver sofferto le pene dell’inferno. Conosco sufficientemente bene l’architetto
per capire il suo travaglio di fronte alla scelta di dover votare un
provvedimento sposato dalla sua maggioranza in aperta contraddizione con le sue
convinzioni politiche ed economiche, convinzioni che vanno in direzione diametralmente
opposta delle quali non ha mai fatto mistero. Il suo voto positivo, alla fine
del dibattito, deve essergli costato parecchio e immagino il suo sentimento di
sconfitta, di contraddizione con se stesso.
Probabilmente è stato questo
a motivare lo screzio, intuito dal pubblico ma non sentito nei termini, con il
collega Perugini che pare non volesse nemmeno votare l’emendamento dei
fondisti. Beverati deve essersi imposto, almeno quello, visto che ha dovuto
votare un qualcosa totalmente contrario ai suoi principi. La sua postazione di
voto, fuori dal banco della Giunta, del resto potrebbe essere un segnale di
malcontento evidente. Comunque il provvedimento è passato, i fondisti hanno
ottenuto quello che chiedevano e Montegranaro sarà attraversata da una linea di
gas potenzialmente pericolosa ma alla quale, almeno a quanto ci è stato detto,
non possiamo opporci. E la chiamano democrazia.
Luca Craia
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