Come si può aspettarsi il
rispetto delle regole e delle leggi da parte dei cittadini quando sia chi le fa
che chi è preposto a controllare che vengano rispettate non le rispetta a sua
volta? Come si può pensare di educare il cittadino, perché a questo servono le
pene in uno Stato di diritto, quando l’educatore è ineducato?
Quella che si profila nel
caso della pioggia di multe a causa dell’autovelox di nuova installazione sulla
Mezzina è una situazione assurda in cui, se è vero quello che afferma l’avvocato
Andrea Agostini che tutela i multati, l’Ente proprietario della strada, la Provincia
di Fermo, e coloro che manovrano fisicamente l’apparecchio per rilevare la
velocità avrebbero per primi violato regole e leggi oltre che il buonsenso
comune.
È una situazione di una
gravità inaudita e va esattamente nella direzione opposta alla quale i mezzi di
controllo dovrebbero andare. È fortemente diseducativo e sfiduciante: il
cittadino, a questo punto, potrebbe sentirsi autorizzato egli stesso a non
rispettare le norme quando è lo Stato o chi, come in questo caso, lo
rappresenta a non rispettarle per primo.
E se prima tutti i
ragionamenti sulla prevenzione e la sicurezza lasciavano perplessi, restando
incomprensibile il perché si sia dovuto sostituire un sistema che aveva dato
risultati positivi, come quello del tutor, con uno la cui utilità è tutta da
dimostrare, ora la sfiducia nella capacità e nella volontà di perseguire
davvero la sicurezza sulla strada appare giustificata.
Luca Craia
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