Ritengo positivo che il Comune
di Montegranaro organizzi dei corsi per insegnare la lingua italiana agli
stranieri che risiedono nel nostro territorio, tra l’altro ancor più positivo perché
quest’anno, per fare i corsi, non si è sfrattata nessuna associazione, visto
che si tengono nella sede dell’Informagiovani. È positivo perché la conoscenza
della lingua è basilare e imprescindibile se si vuole pensare a qualsiasi tipo
di processo di integrazione.
Però apprendere dallo stesso
assessore Strappa che, dei venticinque partecipanti al corso, ce ne sono alcuni
che hanno la cittadinanza italiana mi ha lasciato interdetto. Come: abbiamo dato
la cittadinanza italiana a persone che non conoscono la lingua italiana? La
conoscenza della lingua dovrebbe essere uno dei requisiti fondamentali per
richiedere e ottenere la cittadinanza. Non per una questione di principio ma
per motivi pratici: come dicavamo, se non si conosce la lingua non ci si può
integrare. Eppure la conoscenza della lingua non è uno dei requisiti richiesti
per ottenere la cittadinanza italiana.
Anziché parlare di ius soli e
di altre assurdità anacronistiche e autolesionistiche, sarebbe opportuno che si
ragioni su questi particolari. Il cittadino straniero che voglia diventare
cittadino italiano deve poterlo fare, ma deve rispondere a requisiti precisi
che non possono essere la sola residenza in Italia per un certo numero di anni.
L’integrazione è fondamentale per la cittadinanza e questa va dimostrata per
diventare cittadini. È logico che, non conoscendo la lingua, l’integrazione è
difficile se non impossibile. Cittadini sì, ma consapevoli e attrezzati per
esserlo.
Luca Craia
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