L'eplsosione di ieri in Austria |
Montegranaro - L’incidente
successo ieri in Austria dimostra inequivocabilmente una cosa: i gasdotti
esplodono. Certo, non esplodono tutti i giorni, ma il rischio c’è e anche una
casistica tutt’altro che rassicurante, visto che, per fare un esempio, proprio
il gasdotto che passerà sotto le nostre sedie (o quasi) è già saltato per aria
a Pineto facendo danni gravi e provocando un bel numero di sfollati. Un articolo
di Maria Trozzi sul suo blog Report-Age (leggilo)
racconta di ben otto incidenti rilevanti dal 2004 al 2015 in Italia. Insomma,
sono cose da non sottovalutare.
Che non sia possibile evitare
che la rete dei metanodotti si espanda è evidente: fa parte delle necessità del progresso
e, se vogliamo incrementare l’uso del gas al posto del molto più inquinante
gasolio, dobbiamo correre questi rischi. Ma questi rischi devono essere ridotti
al minimo e il compito delle amministrazioni locali è proprio quello di
verificare che i rischi siano minimizzati.
Per questo analizzare e
dibattere sul progetto a pochi giorni dalla scadenza per la sua approvazione o
rigetto (rigetto, peraltro, inutile in quanto il parere del Comune è solo
consultivo e non vincolante) pare un esercizio sterile e fa sorgere la domanda:
fino a oggi che si è fatto? Il progetto è arrivato in Comune da circa tre mesi,
ma che per Montegranaro dovesse passare il metanodotto si sapeva da un bel po’.
Sono stati analizzati i rischi? Si è valutato se questi siano stati
minimizzati? Ci sono condotte che dovrebbero passare a pochi metri dalle
abitazioni. Siamo sicuri che non ci sia modo di evitarlo?
Credo che una seduta del
Consiglio Comunale sia del tutto insufficiente per valutare la situazione,
anche se in questa seduta venisse presentata una relazione esauriente. Non è
stato dato il tempo alla minoranza di visionare le carte e di valutare a sua
volta il progetto. Come può un Consigliere Comunale che non ha mai visto il
progetto fare delle valutazioni?
Siamo di fronte, ancora una
volta, a una gestione del rischio per la collettività a dir poco leggera,
sempre volendo vedere la buona fede, perché è possibile anche non vedercela, la
buona fede. Un’amministrazione comunale oculata, trasparente, che abbia a cuore
la partecipazione e creda nella collegialità di certe decisioni, avrebbe dovuto
coinvolgere il Consiglio Comunale immediatamente dopo aver ricevuto le carte
del progetto, non ridursi all’ultimo minuto con una discussione in Consiglio
Comunale che lascerà senz’altro il tempo che trova. Ma forse è proprio quello
che si vuole.
Luca Craia
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