È tempo di bilanci di fine
anno. Le attività commerciali, le imprese, le famiglie fanno i conti e vedono
com’è andata, se è stato un anno proficuo. Anche le persone fanno i bilanci,
quelli morali, sul proprio operato come uomini, come membri di una comunità,
come responsabili del proprio ruolo. Mentre il bilancio della mia, di impresa,
lo lascio volentieri alla mia brava commercialista, e quello umano e personale
me lo faccio intimamente senza sentire grande necessità di condividerlo, vado a
valutare il 2017 di questo blog esternando le mie considerazioni.
L’Ape Ronza ha chiuso il suo
ottavo anno di vita e ha aperto il nono, vivendo un 2017 molto denso e
importante, fitto di accadimenti, di sviluppi, di soddisfazioni e di amarezze.
Il blog è cresciuto molto in questi dodici mesi, almeno in termini di
popolarità, se così si può definire quanto un blog come questo venga seguito da
lettori più o meno assidui.
La vocazione della pagina è
sempre stata sovraccomunale, pur rimanendo incentrata sulle vicende
montegranaresi che, come chi mi segue sa bene, vedo come il microcosmo che fa
da specchio in scala al macrocosmo nazionale. I fatti gravi legati al
terremoto, però, fatti che, pur non toccandomi direttamente, richiamano la mia
attenzione per il forte legame affettivo che mi allaccia ai territori colpiti,
hanno dato una veste nuova al blog che spesso è stato interpretato come uno
spazio per dar voce a chi non trova spazi per parlare, un piccolo strumento per
mantenere la luce accesa su problemi che in tanti vorrebbero al buio, senza
riflettori.
Ho allacciato rapporti umani
e di collaborazione importanti e piacevoli, ho avuto la soddisfazione di godere
dell’interesse addirittura di Neri Marcorè, che mi ha definito “aspirante guru
del web”, o di talune istituzioni che spesso si sono disturbate a ribattere
alle accuse che, da queste pagine, venivano loro rivolte. La soddisfazione più
grande, però, è data dal fatto che molte persone colpite dal terremoto hanno
veicolato il loro malessere e la loro protesta attraverso la mia tastiera, e
questo dà definitivamente un senso a quello che faccio, perché lo faccio per
questo.
Anche nel microcosmo Montegranaro
le cose sono andate in modo simile, vedendo il blog come qualcosa di
estremamente fastidioso per la politica, anche se il fastidio è stato spesso
espresso in maniera indiretta e talvolta spericolata, arrivando addirittura alla
famosa delibera liberticida con cui l’Amministrazione Comunale si è presa la
briga di minacciare la stampa e questo spazio di azioni legali rabbiose.
Minacce di azioni legali che sono piovute da ogni dove, da esponenti politici e
da aspiranti tali, da giornalisti e personaggi del bordo della vita pubblica.
Minacce non solo legali, ma anche fisiche non sono mancate, come non sono
mancati i pacchi di insulti, le strumentalizzazioni, i voltafaccia e le
ipocrisie.
Tutti buoni motivi per
chiedersi il classico “ma chi me lo fa fare” e, credetemi, me lo sono chiesto
spesso. Ma mi sono dato anche una risposta, che è questa: se do tanto fastidio
un motivo ci deve essere, e vale la pena andare avanti, se non altro per capire
quale esso sia. Per cui L’Ape Ronza chiude il 2017 con un bilancio molto
positivo e con l’aspettativa di impegnarsi nello stesso modo anche per l’anno
venturo, commettendo errori inevitabili, acchiappandoci qualche volta, ma
sempre e solo con l’unico obiettivo che mi sono sempre dato e che, grazie a
Dio, in molti mi riconoscono: cercare, nel mio piccolo, di migliorare il mondo
o, quanto meno, lo spazio di mondo che mi è dato di occupare.
Luca Craia
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