Foto Ansa |
Oggi mi è
capitato di vedere un servizio del Tg1 sul disastro delle Sae nelle Marche. Un
servizio ignobile, lo dico senza mezzi termini, e non che ci si potesse
aspettare qualcosa di diverso dall’informazione della rete ammiraglia della Tv
di Stato di un Paese in pieno regime finto-democratico, ma mi ha irritato lo
stesso. Il servizio non negava l’esistenza di problemi nelle casette per i
terremotati, e raccontava anche il fatto che alcuni sindaci si sono rifiutati
di consegnare quell’insulto alla dignità umana mascherato da unità abitative.
Il servizio, piuttosto, minimizzava, faceva parlare un paio di anziani
terremotati per pochi istanti, interventi dai quali l’ascoltatore poco attento
e che si approvvigioni di notizie soltanto attraverso i canali istituzionali, traeva
la naturale conclusione che i problemi sono di piccola entità, magari
ingigantiti dai Sindaci per proprio tornaconto politico o elettorale. E, in
ogni caso, la responsabilità è di Arcale.
Contemporaneamente
apprendo dall’Ansa che a Sarnano arriva il capo della Protezione Civile,
Borrelli e, magia delle magie di capodanno, le SAE dello scandalo guariscono da
sole, alla faccia di chi non crede ai miracoli. Foto di rito con Ceregioli dal
sorriso storto e l’immancabile tagliatore di nastri compulsivo Sciapichetti
dichiarando che si è trattato di un equivoco, non si sono capiti sulla data di
consegna, pensa un po’. Comunque l’errore
è sempre e solo dell’Arcale.
È la magia
della manipolazione, del possedere la diffusione e la creazione della notizia,
la possiblità di controllarla, di manipolarla, di indurre il pensiero nella
mente della gente. C’è gente esperta, che lo sa fare e lo fa. E lo fa non
soltanto in questo modo, se vogliamo, macroscopico. Pare che su Twitter ci
siano profili di finti terremotati creati non si sa da chi (ma possiamo
immaginarlo) per minimizzare i problemi, per smontare le accuse, per
ridicolizzare la protesta. Ma sappiamo da tempo dell’esistenza di una controprotesta
ragionata e studiata, con l’utilizzo di personaggi a volte persino
inconsapevoli per rendere la questione lacrimevole ma non politica, per
assolvere, nella commozione generale, il politico o il funzionario di turno.
Sono i vari cavalieri erranti dei social, le varie passionarie, i vari tecnici
che si stanno anche arricchendo col terremoto ma gestiscono gruppi social in
cui non si può polemizzare, pena l’espulsione, o profili in cui chi parla di
problemi viene esposto al pubblico ludibrio.
L’importante è
che la responsabilità, che comunque c’è ed è talmente enorme da non poter
essere negata, venga data al fato o all’elemento più debole di tutta la catena
dei lestofanti, in questo caso chi costruisce le casette che, però,
ricordiamolo, sono sbagliate di partenza, e queto lo sapevano tutti, a partire
dalla Protezione Civile per finire con i tagliatori di nastri compulsivi. E
vedrai che la colpa, alla fine dei giochi, tra una lacrima indotta ad hoc e un divieto
di arrabbiarsi troppo, finirà in capo a chi, come me, da un anno e mezzo dice
che le cose stanno come stanno. E già, lo si fa per tornaconto, noi.
Luca Craia
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