Si fa un gran parlare di ludopatia, un’autentica piaga
sociale del nuovo millennio suffragata e sostenuta incredibilmente dallo Stato italiano
che la riconosce addirittura come malattia ma aiuta e incentiva la diffusione
della stessa consentendo l’apertura di sempre nuovi punti di gioco, nonché lucrando
su lotterie, gratta e vinci e diavolerie del genere. Ci sono famiglie rovinate
dal gioco d’azzardo che non è più, come una volta, una cosa da fare
clandestinamente e con grandi difficoltà, ma è divenuto nel tempo, e con l’aiuto
di una colpevole politica, facile, immediato, pericolosissimo.
Il gruppo L’Espresso ha pubblicato sul suo sito i
risultati di una statistica svolta comune per comune tramite dati Aams
(Agenzia delle Dogane e dei Monopoli). Tra questi dati, quelli relativi a Montegranaro sono
impressionanti e preoccupanti. Nel corso del 2016, infatti, nel territorio
comunale sono stati bruciati per giocate di vario genere ben 13,10 milioni di
Euro, con una giocata annua pro capite di 1013,6 Euro. Sono cifre spaventose,
anche se in flessione rispetto all’anno precedente dove la giocata pro capite
risultava di 1060,5. Gli apparecchi per giocare presenti nel Comune sono 149,
11.5 macchinette ogni 1000 abitanti, tantissime.
Lo Stato, abbiamo detto, pur riconoscendo la
pericolosità della diffusione del gioco d’azzardo, lo consente e lo sostiene.
Il cittadino è, quindi, indifeso di fronte a questo pericolo sociale, ma i
comuni posso, in qualche modo, arginarne l’azione con dei vincoli appositi che limitino
la diffusione di questi infernali apparecchi. Purtroppo a Montegranaro non si è
fatto mai nulla in questo senso e i risultati sono i numeri che abbiamo appena
visto. Sarebbe il caso di prendere provvedimenti, guardando magari come hanno
agito in questo senso altre città come Genova, Missaglie (Lecco) o Caerano San
Marco (TV).
Luca Craia
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