Comunicato
integrale
“Vorrei che non ci fossero più sedute su questo
tema, lo vorrei nell'auspicio di una considerevole diminuzione fino al totale
annullamento della casistica”. La vicepresidente Malaigia interviene così oggi
in occasione della seduta del Consiglio Regionale dedicata all'illustrazione e
discussione del rapporto annuale sul fenomeno della violenza contro le donne. “I
dati emersi oggi dal rapporto ci delinea un problema che è lungi dal decrescere
e mi fa supporre che se è vero che sono stati messi in atto degli interventi a
capo delle Istituzioni, evidentemente questi sono stati pochi o insufficienti.
Serve una presa di coscienza da parte di tutti” - prosegue la Malaigia – “anche
delle donne stesse, nell'accrescimento dell'autostima e del rispetto per se
stesse. Serve un cambio culturale che non deve limitarsi alle famiglie ed alle
scuole su una cultura della non-violenza, ma è necessaria anche una più
presente educazione istituzionale, che deve mirare a monitorare i messaggi
devianti che dal web, dalle pubblicità e dalla TV vengono veicolati e che oggi
sono quanto mai presenti nella vita dei giovani. Gli amministratori tutti, in
particolar modo, dovrebbero farsi carico di provvedere ad una più completa
informazione per la prevenzione del fenomeno, poiché, come in tutte le
patologie, anche in questo caso la prevenzione è la leva fondamentale. Donne
stuprate, uccise, vittime di violenze, mortificate nel corpo e nell’anima, in
un crescente impressionante di inciviltà e di barbarie, delitti e vessazioni
che si consumano spesso in famiglia, ad opera di padri, compagni, mariti,
fratelli in un contesto sociale che mortifica la donna con la violenza e con la
strumentalizzazione del suo corpo”.
“E se è vero che è fondamentale l'invito rivolto
a tutte le donne di denunciare e di farlo subito, ai primi segni di sopruso, è
altrettanto vero che la maggior parte di esse non procede alla denuncia per la scarsa
fiducia verso istituzioni giustizia, per
l'amara sensazione di non essere tutelate. Voglio evidenziare che una donna
oggi subisce soprattutto non per debolezza o sottomissione ma continua a subire
per mesi o anni soprattutto per un tentativo di proteggere i propri figli e i
propri familiari da quella vergogna sociale che viene troppo spesso percepita
da chi è vittima di giudizi e commenti piuttosto che sentirsi protetta e
assicurata per la propria incolumità. <<Le Giornate come queste servono
sì a riflettere, a maturare consapevolezze, a fare autocritica” - conclude la
Malaigia – “ma non bastano per dire basta alla violenza contro le donne.
Occorre ricostruire una nuova etica dei valori fondanti di convivenza sociale,
promuovendo quella cultura del rispetto, della dignità che qualsiasi essere
umano, senza distinzione di genere deve potersi vedere riconosciuta”.
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