Se ne è occupato per primo il
Corriere Adriatico ma il caso sta prendendo interesse anche a livello nazionale
e la notizia è riportata anche da La Repubblica. La denuncia è partita dalla
Cgil che faceva seguito all’esposto di due cittadini egiziani impiegati nei
cantieri che allestiscono le aree SAE dell’area tra
Muccia, Visso, Caldarola e Camerino, i quali dichiaravano di aver subito
inadempienze e vessazioni di vario genere, come il mancato pagamento degli
stipendi, irregolarità negli orari di lavoro e nei contratti fino a giungere al
licenziamento a causa delle loro proteste.
In
seguito all’articolo di giornale si è aperto un confronto tra la ditta
abruzzese che gestisce i cantieri in subappalto e la rappresentanza sindacale,
un confronto dal quale pare stiano emergendo riscontri oggettivi a quanto
dichiarato dagli operai egiziani che pare non siano i soli ad aver subito
irregolarità. A fare da contraltare, però, c’è un’intervista di Picchio News a
due operai, anche loro stranieri, che dichiarano sostanzialmente che i loro
colleghi che si sono rivolti ai sindacati si siano inventati tutto. Un’accusa
grave che, se dimostrata, porrebbe tutta la vicenda sotto un’altra luce ma che,
qualora si rivelasse infondata, metterebbe a rischio di azione legale anche i
due opera che difendono l’azienda.
È ormai
da tempo che i Sindacati si stanno occupando dei cantieri SAE nel sospetto che
ci siano irregolarità più o meno gravi. Al momento non sappiamo con certezza quanto
le accuse nei confronti delle ditte subappaltanti siano fondate ma, qualora i
fatti vengano dimostrati (e dalla CGIL fanno sapere di essere piuttosto sicuri
in questo senso), ci troveremmo davanti a una situazione che potrebbe avere
ripercussioni anche sulla politica.
In
effetti l’atteggiamento delle Istituzioni, in tutta questa vicenda, è stato a
dir poco attendista. In realtà non ci sono notizie circa un qualche
interessamento da parte delle istituzioni alla questione che pure ha risvolti
umani e sociali importanti. In primis va considerata la dignità e i diritti dei
lavoratori che, qualora la denuncia dei due Egiziani risultasse veritiera, avrebbero
subito un grave attacco. Ma, soprattutto, se tutto questo fosse vero, ci troveremmo
davanti a un sistema di lavoro che certamente non può produrre buoni risultati in
quanto il lavoratore che lavori in queste condizioni difficilmente potrà mai
dare il meglio di sé producendo un risultato di qualità. In entrambi i casi mi
aspetterei un interessamento importante da parte di Regione e Commissario Straordinario,
interessamento che, a oggi, non mi risulta.
Luca Craia
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