Io credo sia giusto far
sapere agli Italiani che fine hanno fatto i soldi da loro donati tramite gli
SMS solidali. Perché, vedete, gli Italiani non lo sanno che i loro soldi,
donati per aiutare la gente, la popolazione, le persone colpite dal terremoto,
in realtà verranno utilizzati per altri scopi, che magari possono anche
rientrare nel quadro complessivo della ricostruzione, ma che poco o nulla hanno
a che vedere con la solidarietà.
Nella fattispecie, nelle
Marche il denaro raccolto con i messaggini verrà così utilizzato: realizzazione
di nuovi edifici scolastici o adeguamento di quelli danneggiati nei Comuni di
Sant'Angelo in Pontano, Montalto delle Marche, Montegallo e Pieve Torina; costruzione
di una nuova sede per il Comune di Arquata del Tronto; realizzazione di un'area
dedicata alle attività economiche a Visso; miglioramento della ex strada
statale 238 Valdaso e realizzazione di sette nuove elisuperfici attrezzate
anche per il volo notturno.
Come si vede molto chiaramente,
si tratta di interventi il cui costo dovrebbe gravare sulle casse dello Stato e
non sulla generosità dei cittadini. Le scuole le costruisce lo Stato, i palazzi
Comunali li costruisce il Comune che ne ha bisogno con fondi propri o statali,
le strade le aggiusta lo Stato o l’ente proprietario e le elisuperfici spettano
alla Regione nel quadro della Sanità. Potrebbe passare l’area commerciale di
Visso ma sempre che non parliamo affatto di solidarietà.
Chi ha fatto donazioni
tramite gli SMS, molto probabilmente non aveva affatto in mente di finanziare
la costruzione di una strada o di uno spiazzo per gli elicotteri. Sono opere
utili alla collettività ma spettano allo Stato, non ai cittadini che già le
hanno finanziate pagando le tasse. Gli SMS solidali sono, o dovrebbero essere,
un’altra cosa.
Credo che questo utilizzo
disinvolto di somme che dovrebbero avere un vincolo di utilizzo sia scandaloso,
così come è scandaloso che gli Italiani, per la maggior parte, ignorino questa
sorta di tradimento. Sarebbe opportuno informarli e vedere cosa ne pensino. Ma
chi vuoi che lo faccia?
Luca Craia
Nessun commento:
Posta un commento