Avevo da un po’ l’impressione
di essermi sognato tutto: le macerie che stanno macerando sul posto, le SAE che
si smontano col vento, i boiler congelati, la gente congelata dentro le
roulotte, le stalle che non ci sono, la ricostruzione che non c’è. Avevo questa
netta impressione perché mi sentivo un po’ come quello che, in autostrada,
ascolta la radio che avvisa “attenzione! C’è un matto in autostrada che va
contromano!” e lui esclama: “Uno? Qua ne sono mille!”. Nel senso che, quando a
dire certe cose si rimane in due o tre, quando addirittura gente che ha detto e
documentato per mesi il disastro, poi cambia opinione e fa passare te per matto,
quando accendi la televisione e ti arriva il messaggio che va tutto bene, ma
bene bene bene, con tanti nastri tagliati, tanti sorrisi, tante bandierine
sventolate, alla fine cominci a pensare che sei ammattito davvero.
A certificarlo, con tanto di benedizione dell'assessore Sciapichetti, è arrivato
nientepopodimenochè un docente dell’Università di Camerino, tal Carlo Bisci,
insegnante di geografia, che si fa un bel ciclo di interviste, così, per
documentare le sue ricerche, nelle zone terremotate. Francamente il professor
Bisci non lo avevo mai sentito nominare prima, forse mi ero distratto o forse
si è accorto solo ora del terremoto e delle possibilità che non nega a nessuno
in termini di visibilità, fatto sta che pare abbia fatto un ciclo di interviste
che attestano che va tutto bene. Quindi il matto sono io.
Il professor Bisci dice che “nonostante
le voci polemiche (poche, ma molto
"pubblicizzate"... dipenderà dal fatto che siamo in campagna
elettorale?) i lavori di messa in sicurezza, rimozione macerie e installazione
delle SAE si sta svolgendo con una celerità che mi ha stupito”. Porcomondo! E
io che mi credevo che un anno e mezzo per rimuovere solo le macerie pubbliche,
poche case messe in sicurezza, le zone rosse ancora belle rosse e interdette
non equivalessero precisamente a un procedere spedito.
E no, il professore ha
intervistato direttamente i terremotati che gli hanno detto che le casette sono
“molto gradite ai loro sfortunati nuovi
abitanti”. Pensare che io mi ero fatto l’idea opposta, cioè che, a parte l’entusiasmo
iniziale di chi rientra in qualcosa che somiglia a una casa dopo mesi e mesi di
sofferenze, la gente si rendesse conto che questi scatoloni sono una fetecchia.
Sì sì, evidentemente ho fatto brutti sogni, devo aver mangiato qualcosa che mi
ha fatto male. Grazie professore per avermi fatto rinsavire.
Luca Craia
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