I Governi di Renzi prima e di
Gentiloni poi hanno impostato la ricostruzione in maniera del tutto errata,
probabilmente con un disegno diverso da quello che ci si sarebbe dovuti
aspettare, e la situazione attuale è drammatica, nonostante ci si prodighi,
tutt’ora, nel propagandare un’immagine del Centro Italia in cui tutto sta
filando alla perfezione. La realtà è molto diversa da quella che viene dipinta
dal Commissario Straordinario De Micheli ogni qual volta viene intervistata o
interpellata.
La realtà parla di 1090 SAE
ancora da consegnare dopo oltre un anno e mezzo, che significa che ci sono
ancora 1090 famiglie ancora fuori casa, parla di poco più di una decina di domande
per i danni leggeri approvata, parla della volontà di abbattere per abusivismo
quelle unità abitative erette in autonomia dai terremotati per non lasciare la
loro terra e la loro attività agricola. La realtà parla di macerie ancora da
rimuovere, di opere pubbliche ferme al palo, di paesi svuotati e desertificati
(vedi Castelluccio), di centinaia di aziende chiuse, di migliaia di posti di
lavoro persi. La realtà parla di suicidi, di depressi, di gente che sta male
fisicamente a causa del terremoto e dell’assurda gestione dell’emergenza che ha
condannato migliaia di persone a una diaspora interminabile. La realtà parla di
soldi della solidarietà destinati a opere del tutto aleatorie, come la grotta
sudatoria di Acquasanta Terme.
Ora è in procinto di
insediarsi un nuovo Parlamento, con alcuni nuovi rappresentanti del popolo e
molti vecchi politici navigati. A questo nuovo Parlamento, che dovrà
presumibilmente esprimere un nuovo Governo, i cittadini italiani che conoscono la
situazione devono fare appello perché si riparta con la ricostruzione, perché so
riveda l’intero meccanismo, perché si reimposti il tutto e lo si renda
finalmente efficace. Dobbiamo fare appello alle nuove Camere che si andranno a
insediare perché si desista nel proposito scellerato di desertificare le
montagne del Centro Italia e si cominci finalmente a ricostruire, partendo
dalle case per giungere alle comunità. Il nuovo Parlamento e il nuovo Governo
riprendano in mano la situazione e la resettino, in modo da poter davvero
ricominciare. Prima che sia troppo tardi, sempre che non sia troppo tardi.
Luca Craia