Dei tanti dati che possiamo
estrapolare dall’ultima tornata elettorale ne scaturisce uno che pare non venga
notato più di tanto ma che credo sia importante analizzare: in Italia la
sinistra non c’è più. Posto che il PD sia mai stato di sinistra dopo aver
sepolto sotto il renzismo, diretto discendente del berlusconismo, quel che
restava del compianto e glorioso PCI, la devastazione che le elezioni hanno
prodotto all’interno dell’orami ex partito di governo è ignominiosa. A parte le
spacconate da discolo cattivo (e anche un po’ stupido) di Matteo Renzi, rimangono
briciole di un partito in autodistruzione, evidenti nel nuovo silenzio dei
leader e della base, specie sui social, dove si respira un clima da sconfitta
calcistica con goleada, fatta eccezione da qualche ancor più triste grido di
rabbia proveniente da qualche esponente che vorrebbe menar le mani a chiunque
non sia del PD e, forse, anche con qualcuno del PD. Fatto sta che, se la
sinistra era questa, ora ne è rimasta si e no l’ombra.
Ma c’era un’altra sinistra
che stava cercando di risalire la china nella quale era stata gettata dal
pantagruelico PD e lo stava facendo goffamente mostrando muscoli e slogan
antichi. Una sinistra che approfittava di fatti brutti di cronaca che lanciare
crociate contro fantomatici fascisti e contro questi fascisti ha allestito
roghi non solo figurati, picchiando, rompendo, lanciando bombe artigianali,
bevendo molto e gridando epiteti vergognosi alle forze dell’ordine. Ma anche si
fossero limitate alle stantie canzonette tipo bellacciao e
hastalavictoriasiempre, poche speranze di resurrezione avrebbero avuto. E gli
elettori lo hanno detto chiaramente: siete vecchi, stantii, superati, sganciati
dalla realtà. Quella sinistra è arrivata alle elezioni che già si era
suicidata, tra slogan e manifestazioni assurde. Ne è rimasto solo il non sottovalutabile
pericolo eversivo.
Il problema, però, è che una
sinistra serve. Serve una forza politica che si occupi seriamente delle classi
più deboli ma che lo faccia senza gli stereotipi superati e dannosi, senza le
vecchie trite ideologie che andavano bene quarant’anni fa ma oggi ci parlano di
un mondo che non esiste più. Serve una sinistra cosciente dei problemi reali
del Paese e di quelli che le classi medio-basse devono affrontare
quotidianamente per sopravvivere. Serve una sinistra che non viva in villetta,
lontano dal mondo, senza ascoltare i suoni della lotta giornaliera che la gente
conduce per vivere. Questa sinistra non c’è, non c’è ormai da un po’ di tempo,
e al momento non sembra sia previsto che arrivi. Per il momento, per quanto
paradossale, la sinistra la sta facendo la destra. Siamo un curioso Paese.
Luca Craia