Sono letteralmente sbigottito di
fronte all’ennesima stupidaggine pronunciata a mezzo stampa dal Governatore
delle Marche, Luca Ceriscioli il quale non perde occasione per dimostrare urbi
et orbi quanto la sua visione delle cose, specie in fatto di terremoto, sia
palesemente distante dalla realtà. Oggi Ceriscioli l’ha sparata grossa: ha
detto che, nelle Marche, sono state rimosse più macerie e in minor tempo
rispetto a L’Aquila. La castroneria non sta tanto nel dato, che potrebbe anche
essere veritiero, ma in altri due concetti che sembrano sfuggire al Presidente.
Uno è che non sappiamo quante macerie in totale siano state prodotte nei due
terremoti e, quindi, è difficile stabilire chi sia stato più bravo a rimuoverle
e, secondo, non sappiamo quali siano le reali difficoltà incontrate nelle due
situazioni che sono comunque ben diverse: da una parte una città e alcuni
centri limitrofi e dall’altra, nelle Marche, un territorio vasto con decine di
comuni coinvolti.
Ma la cosa sconfortante è che
Ceriscioli continua a cercare medaglie da appendersi senza rendersi conto di
quanto questo sia più che ridicolo, grottesco addirittura. Conta poco se le
macerie rimosse siano di più o di meno di quelle rimosse oltre dieci anni fa a
L’Aquila. Quel che conta è che, a venti mesi dalla prima scossa, c’è gente
ancora ospitata negli alberghi, ci sono centri che non danno il minimo segno di
un ritorno a qualcosa che possa somigliare alla normalità, c’è una viabilità
compromessa alla quale non si riesce a dare soluzione, c’è un’economia che sta
scomparendo, ci sono intere comunità distrutte, più che dal terremoto, dalle
lentezze della burocrazia e della politica. Insomma, macerie rimosse o no, non
c’è traccia di riscostruzione.
Allora un buon padre di famiglia,
quale dovrebbe essere il Presidente di una Regione, anziché fare il gradasso
coi giornalisti facendo l’ennesima figura barbina, potrebbe preoccuparsi di
quello che non va, analizzarlo con equanimità e proporre immediate soluzioni,
per quel che riguarda le sue competenze, quelle del Commissario (che fa a gara
con lui a chi la spara più grossa) e con il governo che verrà. Se riesce a
capirlo, ovviamente.
Luca
Craia