L’attentato di Trento contro
la sede di Casapound è un bruttissimo segnale che si va ad aggiungere a una
lunga serie di segnali preoccupanti che ritengo non vadano sottovalutati. Fin
dall’inizio della campagna elettorale abbiamo assistito a un ritorno della
sinistra antagonista sulle scene, un ritorno prepotente fatto di atti violenti
ed eversivi, che vanno dalle grida contro i martiri delle foibe di Macerata
fino a giungere alle violenze durante le manifestazioni contro le forze dell’ordine.
Per quanto oggi un tale comportamento da parte di organizzazioni che si rifanno
alla sinistra radicale ci possano sembrare inspiegabili, soprattutto in
relazione al dichiarato pacifismo e alla definizione di democrazia che spesso
queste formazioni si danno, la storia ci insegna che questa parte politica non
sia nuova a manifestazioni di violenza e di eversione come queste. Anzi,
proprio la storia ci indica come da situazioni analoghe si sia, in passato,
scivolati, verso un’eversione pericolosa sfociata nella cosiddetta lotta
armata.
Purtroppo lo stato del Paese
oggi è di grande confusione e la sinistra radicale si trova sostanzialmente
esclusa da qualsiasi rappresentanza politica reale. È probabilmente ci troviamo
di fronte alla condizione ideale per la quale fenomeni eversivi violenti possano
trovare radici tra il malcontento delle basi e una diffusa quanto condivisa
convinzione di legittimazione data da un antifascismo autodefinito.
La superiorità morale della
sinistra oggi si interpreta come autorizzazione a definire come fascista qualsiasi
avversario politico e, in quanto fascista, l’avversario può essere combattuto
con ogni mezzo. È un concetto largamente diffuso, basta frequentare i social
network e si troveranno espressioni di questo tipo diffuse capillarmente in
ambienti nemmeno troppo estremisti. A questo uniamo la strumentalizzazione
degli immigrati utilizzati come strumento di lotta politica, come è accaduto a
Firenze per l’omicidio del Senegalese che, pur non essendo di matrice xenofoba,
così è stato disegnato a puro scopo politico. Se si rafforzerà la convinzione
di essere autorizzati all’uso della forza contro l’antagonista politico, il
rischio di tornare a scenari che credevamo passati alla storia è concreto.
È un rischio che va
assolutamente scongiurato. Sono convinto che le Forze dell’Ordine stiano già
lavorando per arginare il fenomeno, ma occorre che sia la stessa sinistra
politica a stabilire in maniera precisa cosa sia lecito e cosa non lo sia, cosa
sia condivisibile e cosa non. Se chi fa politica a sinistra continuerà a
seminare odio contro l’avversario trincerandosi dietro a un pretestuoso antifascismo
e approfittando di ogni fatto per mettere il proprio popolo e gli stessi
immigrati in allarme contro inesistenti fenomeni xenofobi, si renderà
potenziale complice di una situazione che potrebbe mettere a rischio seriamente
il Paese.
Luca Craia