Ieri sera, spulciando tra i
ricordi che quotidianamente Facebook ci ripropone, mi è tornato davanti l’appello
di mio cugino Gaetano per incontrarsi e cominciare a lavorare sulla costruzione
di una onlus che sostenesse l’opera dell’hospice di Montegranaro. Gaetano mi aveva
chiamato pochi giorni prima per propormi questa sua idea e ci eravamo
incontrati, un tardo pomeriggio, al bar Corradini per discuterne insieme. Da lì
nacque l’incontro che si sarebbe tenuto il 9 marzo presso la Sala dei Convegni
di Palazzo Francescani, un incontro, ricordo, molto partecipato, con la
presenza dello stesso primario del reparto e di oncologia a Fermo, Lucio
Giustini, dal quale prese le mosse quell’associazione che, pochi mesi dopo,
prese il nome di L’Abbraccio.
Gaetano Di Rosa voleva
fortemente creare questo sodalizio e mi coinvolse perché entrambi avevamo avuto
lutti gravi e avevamo avuto l’esperienza di avere una persona cara seguita e
curata presso l’hospice montegranarese. La sua esigenza era di sostenere il più
possibile questa realtà e di aiutarla a continuare la sua opera umana e medica
in aiuto di uomini e donne posti davanti a grandissime sofferenze fisiche e
psicologiche. Sapeva, Gaetano, quello che prova il familiare di una persona
ricoverata presso l’Hospice e si proponeva di prendere iniziative perché anche
i familiari potessero essere aiutati ad affrontare momenti così difficili.
L’Abbraccio nacque per due
motivi: sostenere l’Hospice come struttura, sia moralmente che economicamente,
trovando finanziamenti e aiuti per iniziative che ne appoggiassero e ampliassero
l’opera e, nel contempo, formare un gruppo di volontari che andasse in aiuto
dei pazienti e dei loro familiari. Da allora sono passati otto anni e L’Abbraccio
è diventata una realtà importante che lavora costantemente per portare avanti i
propri obiettivi, prendendo miriadi di iniziative, coinvolgendo l’intera
società civile e, soprattutto, portando quotidianamente i propri volontari in
aiuto di chi soffre.
In sei anni di strada ne è
stata fatta tanta e di bene altrettanto. Nel frattempo Gaetano ci ha lasciati,
e non possiamo che rimpiangerne lo spirito, le iniziative, la mente vulcanica e
la capacità di coinvolgere persone in progetti importanti come questo. Oggi a
portare avanti l’associazione così fortemente voluta c’è un gruppo di persone
motivatissime e dal grande cuore, guidate dal Presidente, Luciano Pini, e da un
direttivo con idee e grande sensibilità che ha fatto crescere l’associazione e
ha amplificato la sua azione. Dopo sei anni da quell’incontro voluto da
Gaetano Di Rosa, L’Abbraccio è una realtà consolidata e imprescindibile, della
quale il fondatore non potrebbe che essere orgoglioso.
Luca Craia