Con la circolare per
il rilancio imprenditoriale delle aree del cratere sismico pubblicata ieri
dal MISE, arrivano nelle Marche 29.700.000 Euro destinati alle aziende che
hanno subito gravi danni economici a causa del terremoto di oltre un anno e
mezzo fa. Arrivano tardi, quando ormai molte imprese hanno già chiuso i
battenti, ma possono rappresentare un’importante boccata di ossigeno, oltre che
uno stimolo ad andare avanti, per aziende di vari settori come “manifatturiero,
servizi, turismo, commercio e telecomunicazioni, oltre a diversi segmenti del
comparto ambientale”, secondo quando comunicato dalla Regione. “L’obiettivo”
dice l’assessore Bora “è quello di rafforzare il tessuto produttivo locale e di
attrarre nuovi investimenti”.
I contributi verranno erogati
a progetti di investimento diretti a realizzare investimenti produttivi
e per la tutela ambientale, mantenendo o incrementando il livello
occupazionale esistente nel momento della presentazione della domanda. L’investimento
minimo finanziabile non può essere inferiore a 1.500.000 Euro.
È una buona opportunità per l’economia
marchigiana colpita dal sisma, ma esiste il rischio che questi soldi non
finiscano esattamente dove dovrebbero finire. In effetti è da lungo tempo che
le zone a nord delle Marche, in particolare la provincia di Pesaro che, tra l’altro,
esprime l’attuale Presidente, lamenta fantomatiche ripercussioni negative
legate all’evento tellurico, evidentemente preparando il terreno per ricevere
aiuti e contributi.
Nel comunicato stampa della
Regione, peraltro, non si parla di requisiti territoriali specifici, il che fa
temere che parte di questi fondi possano finire non direttamente nelle province
colpite ma che possano essere distribuiti a pioggia con i soliti criteri poco
chiari. Sarebbe quindi opportuno che l’assessore Bora e, soprattutto, l’assessore
Sciapichetti, espressione territoriale del Maceratese, garantiscano che questi
aiuti finiscano solo ed esclusivamente alle imprese del cratere. Sarebbe anche
opportuno che le associazioni di categoria del territorio pretendano questa
garanzia. Attendiamo fiduciosi la precisazione.
Luca Craia