Non so come avrà interpretato
i risultati elettorali il vicesindaco di Montegranaro, Endrio Ubaldi. Uomo di
destra, con radici nella destra estrema, è alleato con la sinistra, se così si
può dire, per questioni locali, avendo rotto tutti i ponti con la destra
montegranarese, quindi per cause di forza maggiore più che per un progetto
politico che, alla luce di quattro anni di amministrazione a guida Pd-Ubaldi, è
evidente che non ci sia mai stato.
Oggi Ubaldi si trova in una
curiosa posizione: vede avanzare le destre, a cui ideologicamente fa o dovrebbe
fare riferimento, e questo dovrebbe fargli piacere, probabilmente egli stesso
ha votato a destra, lasciando magnanimamente “libertà di voto” a chi a lui fa
riferimento a Montegranaro. Ma, nel contempo, il dato che scaturisce dalle urne
montegranaresi parla di un Pd, suo alleato locale, fortissimamente
ridimensionato e politicamente indebolito.
Ora l’interpretazione potrebbe
essere duplice: un Pd indebolito, per quanto il voto nazionale vada distinto
dal quello locale, potrebbe causare qualche tipo di problema politico a livello
amministrativo e questo potrebbe gravare sull’azione di governo della città.
Contemporaneamente, però, l’indebolimento dell’alleato cambia gli equilibri di
forza all’interno della maggioranza. In effetti Ubaldi, essendo ufficialmente
sganciato da qualsiasi schieramento nazionale, non ha subito alcuna conseguenza
politica dai risultati elettorali, mentre il Pd ha preso una sonora batosta.
Questo potrebbe cambiare gli equilibri a favore del nostro vicesindaco.
Insomma, sicuramente qualcosa cambierà, come e in che senso vedremo.
Luca Craia