Erano “noti alle forze dell’ordine”,
già destinatari di decreti di espulsione dal territorio di Porto Recanati, i
due Tunisini che, ieri notte, hanno prima molestato una ragazza davanti a una
discoteca di Porto Recanati, appunto, e poi hanno malmenato, anzi, picchiato
selvaggiamente alcuni altri giovani venuti in difesa della giovane. Hanno
mandato all’ospedale tre persone e si sono dileguati. Ma si sa chi sono, i
testimoni li hanno riconosciuti, anche il personale di sicurezza del locale li
ha identificati, per cui si prenderanno… cosa? Una denuncia a piede libero,
probabilmente, niente di più. Magari anche un decreto di espulsione. E poi? E
poi niente, continueranno a fare quello che hanno sempre fatto, a molestare,
picchiare, collezionare denunce nella piena consapevolezza che, in Italia,
possono fare quello che vogliono.
Sono molti i punti su cui
riflettere forniti da questa storia. Uno è che, a sedici anni e alle tre di
notte, magari una ragazzina starebbe meglio a casa piuttosto che in una
discoteca. L’altro è che i tre sono stati massacrati di botte ma nessuno, a
quanto pare, è intervenuto per difenderli e fermare i due delinquenti che li
stavano pestando. Il terzo è quello che dicevamo sopra: l’impunità, la certezza
di farla franca. Probabilmente è proprio questo che sta infestando di
delinquenti da quattro soldi le nostre città. Port Recanati ha il problema dell’Hotel
House, salito di nuovo agli onori delle cronache nazionali per i macabri
ritrovamenti recenti, ma ha anche un altro grosso problema: la vita notturna
che non può essere sicura se in giro va certa gente e se certa gente viene
lasciata tranquillamente in giro. Ora, però, vorrei vedere un’altra
manifestazione contro gli Italiani razzisti come quella di pochi giorni fa,
sempre a Porto Recanati.
Luca Craia