Premetto, onde sgomberare il
campo: chi scrive è convintamente antifascista, anticomunista,
antitotalitarista. Ciò detto passiamo ai fatti. Non ha fatto in tempo a
sopirsi, anzi, non si è sopita per niente la polemica sui fatti di Macerata del
25 aprile, quando il gruppo antifascista – o sedicente tale – Antifa ha pensato
bene, con tanto di benedizione dell’Amministrazione Comunale (poi redentasi, ma
a danni fatti) di appendere un fantoccio dalle sembianze di Benito Mussolini, e
poi un altro rappresentate un generico fascista, a una forca eretta in pieno
centro per far giocare i bambini alla pignatta, insegnando loro che spaccare la
testa a un fascista (e, conoscendo i soggetti, fascista può essere chiunque che
non la pensi come loro) è cosa buona e giusta.
A rotative ancora ben calde, con
articoli stupefacenti che, invece di condannare il gesto, lo giustificano, lo
minimizzano, addirittura individuando responsabilità in chi si è per questo
indignato circa l’ennesima sputtanata immeritata per la città di Macerata (vedi Cronache Maceratesi, per esempio), arriva una notizia che farebbe
quasi dire “mal comune mezzo gaudio” se solo non fosse che il gaudio non c’è e
il mal comune è un male raddoppiato. La notizia racconta che, a Pavia,
circolano adesivi raffiguranti Salvini impiccato a testa in giù, riservando la stessa sorte a Trump, Erdogan e Netanyahu, e la scritta in inglese, tanto per far capire che sono imbecilli ma sanno le lingue, "make fascists swing again".
Verrebbe da dire che i
cretini fioriscono a primavera come i fiori di pesco. Peccato che non si tratti
solo di quattro cretini scriteriati, ma che, come abbiamo potuto vedere dagli
articoli di stampa, l’idea di “impiccare” l’avversario politico non fa poi così
ribrezzo come ci si aspetterebbe. Del resto ormai da tempo ci siamo accorti di
un ritorno di fiamma, a sinistra, di quel concetto becero e reazionario che
giustificherebbe la violenza contro il fascista di turno. Chi ha anni a
sufficienza come me ricorderà che, negli anni di piombo, per gli estremisti di
sinistra e per gli anarchici insurrezionalisti, fascisti erano tutti coloro che
non erano comunisti o anarchici e, alla fine dei giochi, rientrò nella
definizione anche qualche compagno un po’ troppo moderato.
Ho già scritto della mia
preoccupazione per la recrudescenza della violenza di sinistra che, ben inteso,
non è né peggiore né migliore della violenza di destra. Del resto, in queste
cose non c’è né destra né sinistra, c’è solo l’imbecillità umana. A preoccupare
ulteriormente, però, c’è questa tendenza a minimizzare, a non calcolare fatti
che in realtà sono gravissimi, a non stigmatizzare questi accadimenti e a non
condannarne senza mezzi termini gli autori.
La situazione politica in
Italia, senza governo da 54 giorni, è terribile e al momento non si vedono
soluzioni. Le forze politiche sono allo sbando, il Paese si sta incancrenendo
tra recriminazioni, accuse e timori per il futuro. In questo terreno fertile,
gli estremismi ingrassano e crescono rapidamente. Almeno chi è sano di mente,
chi ha principi democratici saldi, soprattutto chi ha la responsabilità di
informare la gente sia responsabile e non cada nella tentazione del tutti
contro tutti. Soprattutto non giustifichiamo la violenza, mai e poi mai. La
violenza e la democrazia non possono andare d’accordo.
Luca Craia