Perché i turisti disertano le
Marche dopo il terremoto? Evidentemente perché non si sentono sicuri, hanno
paura che si verifichi un altro evento come quelli del 2016 e preferiscono
evitare di trovarsi in un luogo potenzialmente pericoloso. È un atteggiamento
illogico perché, con questo ragionamento, tre quarti di Italia sarebbe da
evitare. Ma, nella sua illogicità, nasconde anche un sacrosanto diritto ad
essere sicuri e questo può essere garantito, ovviamente entro certi limiti.
Rilanciare il turismo nelle zone terremotate, quindi, passa anche nello sforzo
di dare tranquillità al turista, nel farlo sentire al sicuro.
L’idea dell’associazione Sisma
Safe è proprio questo: dare, al turista prima e al cittadino di conseguenza, la
possibilità di sentirsi al sicuro all’interno di una struttura ricettiva o
abitativa. Le tecnologie moderne consentono di raggiungere livelli di
vulnerabilità sismica estremamente bassi persino nelle strutture storiche,
figuriamoci in un albergo o un ristorante di recente costruzione. Per questo l’associazione
ha pensato a un marchio, che si chiama come l’associazione stessa, Sisma Safe.
Un marchio che significa che la struttura del fabbricato in cui alloggiamo è
stata esaminata da tecnici qualificati ed è stata trovata conforme ai requisiti
previsti dalla normativa antisismica, requisiti che, se rispettati, rendono uno
stabile veramente sicuro.
L’associazione si sta
muovendo a tutto raggio per far comprendere l’importanza del concetto di
sicurezza anche e soprattutto quando parliamo di turismo e ricettività. Un
marchio che venga riconosciuto universalmente come garanzia di sicurezza
potrebbe essere estremamente efficacie per far ripartire l’economia turistica
delle zone terremotate, affiancato a un’adeguata campagna informativa e promozionale.
Ecco, queste idee sono quelle
che possiamo ritenere davvero costruttive. Certamente non possiamo
tranquillizzare i potenziali ospiti sperando che dimentichino il terremoto non
parlandone più e facendo finta che sia tutto risolto. Occorrono progetti
concreti per ridare slancio al turismo in tutta la Regione e, in particolare,
nelle zone più colpite. Ovviamente, prima di tutto, occorre la ricostruzione
che, al momento non c’è.
Luca Craia