Stavolta sto con Carancini,
il Sindaco di Macerata che ha dato pessima prova di sé nella gestione del caos
precipitato in città dopo il delitto di Pamela e il raid della follia di
Traini. Stavolta, però, bisogna riconoscergli del coraggio e della
lungimiranza. Romano Carancini ha infatti emanato un’ordinanza sindacale con la
quale vieta l’utilizzo delle famigerate macchinette mangiasoldi, le slot, durante
orari precisi: dalle 7 alle 10 e dalle 15 alle 20. È lo stesso Sindaco a spiegare le
motivazioni: “Credo che occorrano schiena dritta e determinazione per
affrontare e sconfiggere la ludopatia, una delle malattie sociali più
distruttive e subdole di questa epoca che minano le comunità e in particolare i
nostri ragazzi”, afferma Carancini. “Con questo spirito e ritenendola
una delle mie prerogative, ho voluto applicare prontamente e concretamente la
legge della Regionale 3/2017 che disciplina la prevenzione e il trattamento del
gioco d’azzardo patologico e della dipendenza dalle nuove tecnologie e social
network. Ognuno deve fare la propria parte per non lasciarsi umiliare dalle
illusioni, se non addirittura distruggere i valori fondamentali del nostro
stare insieme”.
La ludopatia è una malattia
sociale, riconosciuta dal Servizio Sanitario Nazionale. Ciononostante, lo
stresso Stato che la cura, ne autorizza la diffusione tramite la legalizzazione
delle apparecchiature per il gioco d’azzardo ormai diffuse in ogni dove,
diffusione che facilita il loro utilizzo e le terribili conseguenze sociali che
ne derivano. Un recente studio ha stabilito che gli italiani spendono
1.500 euro a testa ogni anno per il gioco d’azzardo e che le slot machine sono
397.000, una ogni 151 abitanti, facendo sì che l’Italia si ponga tra i paesi
con più vasta diffusione di apparecchiature per il gioco d’azzardo. In
particolare, i giovani tra i 15 e i 19 anni rappresentano il 47.1% del totale
dei giocatori, un dato davvero preoccupante.
Per questo credo che Carancini
abbia fatto molto bene. Auspico che anche altri Sindaci ne seguano l’esempio perché
non basta patrocinare le diverse iniziative sociali che provano a contrastare
il fenomeno ma occorre prendere iniziative concrete. Questa è una di quelle.
Luca Craia