Non trova pace Macerata, non
la trova dall’orrendo fatto di sangue che ha visto protagonista la povera
Pamela e l’ordinaria delinquenza nigeriana, diventata per un giorno straordinaria,
a cui è seguito l’ignobile raid xenofobo di Luca Traini che ha assediato da
solo la città. Da allora Macerata è diventata, suo malgrado, un simbolo. È un
simbolo per gli antifascisti o sedicenti tali che vedono fascisti dappertutto
in una sorta di ossessione schizofrenica, e per i fascisti che accusano
Macerata di essere una specie di buco di scarico della società italiana, dove
converge tutta la feccia. Entrambi, accomunati da scarsa intelligenza,
inesistente rispetto e una macroscopica necessità di visibilità, non si fanno
scrupolo di eleggere Macerata a palcoscenico per le loro oscene parodie.
L’ultima uscita di Roberto
Fiore, leader del movimento neofascista “Forza Nuova” fa venire i brividi. Ecco
come descrive Macerata in una nota data alla stampa: “poliziotti,
avvocati, magistrati, criminalità nigeriana, traffici di ogni tipo, dalla droga
agli organi, sono gli squallidi elementi di un quadro la cui regia è in mano ad
una massoneria potente e assassina”. Un quadro allarmante, una fotografia di
Macerata che né i Maceratesi né chi ci ha vissuto per anni e la ama come casa
propria si sarebbe mai aspettato di trovare stampata sui giornali.
Macerata non è così, e
Roberto Fiore sta evidentemente strumentalizzando biecamente il fatto che
Macerata ha scoperto, in maniera improvvisa e dolorosa, di non essere la città
tranquilla, oasi di pace, che tutti pensavamo fosse, forse ricordando tempi
passati ancorché recenti. Macerata ha scoperto di essere afflitta dagli stessi
mali che affliggono quasi tutte le città italiane, mali che vanno combattuti e
sconfitti con forza, mali che si sono incancreniti grazie a politiche miopi e
stordite da ideologie anacronistiche, ma che non fanno di Macerata e del suo
territorio la fogna che Fiore vorrebbe dimostrare.
Non è con gli slogan dei
neofascisti o coi canti partigiani dei radical che Macerata risolverà i suoi
problemi. Non è mettendo alla berlina un’intera provincia e chi la abita che si
possono risolvere i problemi, che pure ci sono e sono grossi, di criminalità,
corruzione, droga. Si risolvono chiedendo leggi serie e la loro applicazione,
si risolvono sostenendo l’opera delle Forze dell’Ordine e non impegnandole
invano per sciocche quanto pericolose manifestazioni i cui si fronteggiano
idioti di opposti schieramenti.
Macerata è come ogni altra
città italiana. È afflitta da un male che va curato. La ricetta non è certo
quella che propone Fiore.
Luca Craia