Voglio esprimere totale e
piena solidarietà a Giuseppe Vesprini che, come recita il Corriere Adriatico di
oggi, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica perché, ogni
qualvolta vengono organizzate delle manifestazioni nell’area del centro sportivo
La Croce di Montegranaro, lui e la sua famiglia si ritrovano prigionieri in
casa. Questo accade in quanto il nostro amico vive in un fabbricato posto
esattamente sotto il complesso sportivo, dal quale si esce tramite una stradina
che si immette nell’anello che circonda gli impianti, univa via di uscita dalla
loro proprietà. Quando, e succede spesso, ci sono eventi che impegnano la strada
interna al complesso, è evidente la difficoltà se non l’impossibilità di
esercitare la propria libertà di muoversi.
L’ultimo evento, la manifestazione
di auto d’epoca dello scorso fine settimana, organizzato dal Comune e dal
Rotary Club locale, insieme al CAEM, deve aver fatto funzione di goccia che
trabocca il vaso e Peppe è esploso. Giustamente, direi, anche in considerazione
di quanto Giuseppe denuncia, ossia della pericolosità di far correre delle auto
per una strada stretta in cui, capitasse qualcosa, il rischio di veder piombare
un veicolo nel giardino di casa non era per niente remoto.
È tutto vero quello che dice
Vesprini: oltre ai disagi legati alle manifestazioni, la strada che collega gli
impianti con la principale è un viottolo stretto e non asfaltato che si immette
direttamente sulla principale intersecando un’altra strada che proviene dalla
bocciofila, creando una situazione estremamente pericolosa. Insomma, ci sono un
sacco di motivi di scontento per Vesprini, ma la sua cattività dovuta alle
manifestazioni non è un fatto isolato.
Lo sanno bene nel centro
storico, quando si chiude dentro puntualmente chi ci vive ogni qualvolta c’è qualcosa
in piazza, mettendo un divieto molto anticipato che non esclude i residenti
che, pure, non creano alcun fastidio alla manifestazione perché vanno altrove. Lo
sanno i commercianti di viale Gramsci, vittime proprio in questi giorni di
divieti a oltranza, immotivati e dannosi, per una semplice potatura di piante.
Insomma, troppo spesso di
fanno ordinanze, si dispongono divieti e chiusure, senza curarsi degli effetti
di queste disposizioni su chi vive in quelle aree. Eppure basterebbe poco: un
po’ di attenzione ai particolari e di rispetto per le persone.
Luca Craia