Negli anni ’80, quando i soldi abbondavano, quando c’erano
le cosiddette “vacche grasse”, Montegranaro veniva amministrato con progetti
sontuosi e opere pubbliche mesopotamiche. Governava il Pentapartito e il
Sindaco era un signore che oggi chiamiamo “Basso Quello Basso” per distinguerlo
da “Basso Quello Alto” che porta lo stesso cognome ma, diciamolo, in fatto di
acume politico rimane lontano anni luce né le premesse lasciano sperare in un
miglioramento futuro dovuto all’esperienza. Il Sindaco Basso Quello Basso
spendeva un sacco di soldi, soldi pubblici, della collettività, e realizzava
con essi cose mirabolanti, meravigliose, stupefacenti. Ricordiamo che l’attuale
viale Gramsci, prima di Basso Quello Basso, era una discarica di materiale
edile, oltretutto larga circa la metà di adesso. Ricordiamo le fontane, le
scuole, i teatri e un sacco di altre opere magnificenti che assicuravano al
Sindaco e alla sua compagine un grande credito popolare.
Basso Quello Basso amministrava, su sua stessa ammissione,
con il cipiglio del principe illuminato di machiavelliana memoria e nella
consapevolezza che, per mantenere il potere, occorressero proprio quelle opere
così spettacolari. In questo turbinio di creatività e ricerca di consenso,
Basso Quello Basso tralasciava opere che non fossero di impatto. Da qui il
problema del centro storico, le strade malmesse e un sacco di altre cose che
proprio non andavano, ma la gente era accecata dallo splendore delle grandi
opere e non notava la mancanza di quelle piccole. Basso Quello Basso aveva un
progetto in testa: la realizzazione della “città-giardino”. Non c’è riuscito,
ma ha lasciato indiscutibilmente il segno.
Il Sindaco Mancini, il Vicesindaco Ubaldi, il deus ex
machina del PD nostrano Perugini devono aver studiato con attenzione la
politica di Basso Quello Basso, specie quella degli anni ’80, e ora cerca di
riprodurla, in special modo nella realizzazione di opere magnifiche che
riempiano gli occhi degli elettori e catturino consensi. In questi quattro anni
di amministrazione, la giunta Mancini ha realizzato diverse opere appariscenti,
come la risistemazione dei giardini di viale Gramsci, il marciapiedone sempre
di viale Gramsci o il murale ancora di viale Gramsci. Opere non paragonabili
per importanza e peso con quelle di Basso Quello Basso, ma il concetto che ne
muove la realizzazione è lo stesso: la ricerca del consenso. Anche la prossima
realizzazione di un complesso sportivo, questa volta non in viale Gramsci ma
dentro lo sprofondo sotto San Liborio, è un’opera tanto appariscente quanto
sostanzialmente inutile o, quanto meno, non prioritaria. Opere prioritarie
sarebbero ben altre, ma non sarebbero così magnifiche e abbaglianti, per cui si
preferisce restare fedeli alla lezione del Sindaco più Sindaco di ogni Sindaco
ci sia mai stato a Montegranaro.
Ma c’è una differenza, anzi, più d’una: la prima è
che non siamo in un periodo di vacche grasse e sprecare soldi può comportare
conseguenze gravissime in futuro per il paese. La seconda è che l’Amministrazione
Mancini, al contrario di Basso Quello Basso, non ha uno straccio di progetto in
testa, punta solo all’apparire ma non ha una visione di insieme, giusta o
sbagliata che sia, di quello di cui necessità la città. La conseguenza è questa
produzione random di opere senza filo logico, opere costose per i tempi che
viviamo, opere che pagheremo care e che, soprattutto, tolgono risorse alle
reali necessità del paese. Ma probabilmente il sistema funzionerà anche nel XXI
secolo e questo agire, in realtà piuttosto sconsiderato, pagherà in termini
elettorali. Dio non voglia ma ho come la sensazione che il Montegranarese medio
andrà a premiare questo modo di amministrare. Per quanto mi riguarda e per quel
poco che posso, farò del tutto perché non accada.
Luca Craia