venerdì 28 settembre 2018

Il delirio di Christian Raimo e l’indice della rabbia di sinistra. La sinistra sa fare del male. È già successo.


Progressista, pacifista, democratica, aperta al dialogo: questa è la sinistra che uno si aspetterebbe, questo è quello che uno crede sia la tanto sbandierata “superiorità morale”. Invece la sinistra italiana ha ben altre facce. Una, molto rappresentativa, ce la fornisce lo scrittore ed editorialista Christian Raimo che affida al suo profilo Facebook un delirio di odio e cretinerie varie in grado di dare un quadro molto preciso della mente e del modo di pensare di tanta gente che si definisce di sinistra. Sconvolto dalla nomina di Foa alla Presidenza Rai, scrive:

Marcello Foa è il nuovo presidente della Rai. Conosco per nome e cognome almeno mille, duemila persone clamorosamente più preparate, più qualificate di lui. Ragazzi di trent'anni, di venticinque, precari storici della Rai, freelance postuniversitari di ogni sesso età nazionalità credo politico. Ma questo è il potere oggi: incompetente fino alla caricatura di se stesso, arrogante con tratti fascistoidi, becero, maschilista, arroccato, vetusto, antiestetico, ridicolo, retrogrado, vile, residuale. Oggi non c'è opposizione capace di arginarlo. Ma presto, sono convinto, arriverà non l'opposizione, non la critica, non il contrasto, non il conflitto. Presto arriverà la vendetta e sarà spietata”.

A parte che. Se a dare dell’antiestetico a un distinto signore come Foa è lo scapigliato Raimo, possiamo già farci due grasse risate, le parole dell’intellettuale di sinistra sono emblematiche. Livore, odio puro, bava alla bocca, sono elementi comuni a tantissimi esponenti di quell’area politica. È come se chi governa l’Italia avesse fatto un colpo di Stato e non fosse stato eletto dalla maggioranza assoluta degli Italiani. È come se la sinistra avesse un diritto divino a governare e a dare indicazioni morali (che poi, morali fino a che punto?) e questo diritto gli fosse stato estorto con la forza.
Sarebbe da ridere, in effetti il nostro intellettuale ha fatto anche del cabaret e dovrebbe sapere come divertire la gente. Solo che non pare proprio volesse divertire la gente, direi che invece questo va letto come un invito alla violenza, invito reiterato, visto che non è molto diffusa la tendenza alla minaccia e anche all’applicazione pratica della violenza, a sinistra, cercando di impedire all’avversario anche solo di esprimersi. Sì, ci sarebbe da ridere pensando a quanto questa sconfitta epocale e ideologica deve far male a persone così indottrinate e accecate da ideologie e assunti. Ma non fa ridere, per niente. A me, invece, ripensando al periodo più buio della storia italiana recente, gli anni di piombo, fa paura. Perché questi non sono buoni solo a minacciare, sono anche capaci di fare del male. È già successo.

Luca Craia