A luglio i giornali erano molto tranquillizzanti. “Nessun
pericolo per la salute”, aveva fatto sapere l’Arpam dopo aver effettuato le
analisi dell’aria intorno alla Orim, azienda di Piediripa che si occupa di
smaltimento di rifiuti speciali, potenzialmente molto pericolosi, che si era
incendiata, lo ricorderete, lo scorso 6 luglio. Pur annunciando che i monitoraggi
ambientali sarebbero continuati per lungo tempo, l’informazione che si dava
lasciava intendere che all’incendio non fossero seguite conseguenze gravi per
la salute dei cittadini residenti nell’area circostante, area che,
ricordiamolo, è densamente popolata. In effetti non si prese nessun
provvedimento immediato per limitare potenziali pericoli.
Oggi, però, arriva la notizia che le acque intorno all’area
interessata sarebbero gravemente inquinate, in conseguenza, evidentemente, dell’incendio.
Ne segue il provvedimento del Sindaco di Macerata, Romano Carancini, che vieta
la captazione e l’utilizzo delle acque sotterranee. Un provvedimento che pare pericolosamente
tardivo perché, se a luglio non vi era certezza sul pericolo relativo all’inquinamento
delle acque potabili, non vi era tantomeno certezza che tale pericolo non
esistesse. Ora sappiamo che il pericolo c’era, ma sono passati quasi tre mesi.
Nel frattempo l’acqua è stata utilizzata. Quali saranno le coseguenze per la
salute della popolazione? Chi se ne assume la responsabilità?
Luca Craia